Emissioni zero, un atto di civiltà Ma non va creata disparità sociale

La prospettiva di rendere gli edifici a emissioni zero, deve essere accolta come un atto di civiltà. L‘Unione Europea, legiferando in tal senso, testimonia l’importanza dell’uniformità dei provvedimenti utili a migliorare le nostre case, nel rispetto dunque dell’ambiente dove tutti noi viviamo.

Tuttavia, la preoccupazione che possa creare una sorta di disparità sociale, appare in tutta la sua evidenza. Non vorremmo, insomma, che a rispondere fosse solo il ceto più abbiente, lasciando indietro chi non può permettersi l’efficientamento energetico per ragioni meramente di disponibilità finanziaria. Per questo le osservazioni degli esperti che abbiamo ascoltato – Pietro Lucchesi e Stefano Varia – riguardanti gli aiuti economici per mettere in regola le abitazioni, sono più che legittime e pragmatiche. Crediamo che lo stesso auspicio, sia vivo negli altri Paesi membri dell’Ue: l’Italia ha le sue criticità, lo sappiamo, ma non riusciamo a immaginare situazioni più rosee se pensiamo ad altri Stati europei dove il patrimonio immobiliare non si discosta troppo dal nostro, esattamente come le difficoltà economiche di chi vi abita.

Insomma, non tutta l’Europa, anche da questo punto di vista, ha la storia consolidata di alcuni Paesi del nord, noti da sempre per le buone pratiche ambientali. Migliorare il patrimonio immobiliare, rendere le case a basso impatto energivoro prima, e zero poi, è un obiettivo comune: l’importante è ottenerlo dando a tutti la possibilità di poter contribuire a rendere migliore il futuro del nostro Pianeta.

Maurizio Guccione