Cava Fornace, è bagarre Il Comune fa ricorso al Tar

Azione legale contro la Regione dopo il “no“ alla revisione dell’autorizzazione. Bartoli: "Ci hanno liquidato con tre righe: vogliamo le motivazioni tecniche"

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di Daniele Masseglia

Quelle tre righe di diniego, arrivate dopo il quasi-comico caso della pec “fantasma“, il Comune non le ha mai digerite. E così l’iniziale sfogo all’indirizzo della Regione ben presto si è trasformato in un ricorso al Tar con cui l’amministrazione chiederà i motivi, ufficiali ed esaustivi, del “no“ di Firenze alla richiesta di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) di Cava Fornace. La vicenda ormai è nota: il 16 giugno 2020 il Comune aveva inviato una pec alla Regione con la richiesta della revisione, ma dopo alcuni mesi la Regione rispose prima con un “pec non pervenuta“ e successivamente, il 18 marzo, con il diniego. Il seguito è stato scritto nei giorni scorsi con una delibera di giunta, la quale ha dato mandato al legale del Comune di procedere nei confronti della Regione.

"Manteniamo fede agli impegni con i cittadini. Su Cava Fornace – spiega il vice sindaco e assessore all’ambiente Elisa Bartoli – vogliamo chiarezza e trasparenza. La risposta con cui la Regione ha liquidato la nostra legittima e ampiamente motivata richiesta di revisione dell’Aia non può trovarci d’accordo. Con poche righe la Regione, competente in materia, ci ha sostanzialmente detto che non ci sono elementi in grado di motivare una revisione dell’Aia. Dalla Regione ci aspettiamo, a questo punto, ben più di tre righe". Da qui la decisione della giunta di promuovere un ricorso giurisdizionale contro il provvedimento con il quale la Regione ha rigettato la richiesta dell’ente. "Da questa vicenda – conclude Bartoli – traiamo delle conclusioni: l’assenza di volontà dell’amministrazione regionale di tranquillizzare i cittadini, che giustamente e legittimamente chiedono rassicurazioni sullo stato della discarica, insieme alla necessità di allungare ad oltranza ogni decisione sul futuro di questo sito. Dopo una consultazione con il segretario comunale e i legali abbiamo ravvisato gli estremi per ricorrere al Tar. Confidiamo nel fatto che la magistratura accolga il nostro ricorso, che costringerebbe la Regione a rispondere alla nostra richiesta in modo tecnico, esaustivo e finalmente completo. Vogliamo solo trasparenza".