"Approssimazioni e opacità" Il centrosinistra si fa sentire

I consiglieri dei gruppi di opposizione in consiglio comunale giudicano i primi sei mesi di Pardini. Molti i punti di critica e un giudizio negativo: "Rovesciano le priorità, confondono i valori con gli interessi"

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L’opposizione batte un colpo. A sei mesi dalle elezioni comunali che lo hanno costretto a vestire i panni dei vinti, nei quali è rientrato un po’ a fatica non essendo forse preparato, il centrosinistra ci tiene a dire alla città che è ancora vivo e alla maggioranza che è vigile, intenzionato a farle notare qualsiasi passo falso.

“Il centrosinistra c’è, non si è mai fermato in questi mesi e nell’anno nuovo continueremo nel percorso partecipativo di lavoro e di presenza sul territorio, per coinvolgere sempre più persone e allargare il nostro raggio di azione”. E lo fa con una conferenza stampa a Palazzo Santini, la prima congiunta dopo le elezioni, dove ci arriva istruito e con una lunga lista di cose da dire.

C’erano i capigruppo e i consiglieri (non tutti) in consiglio comunale, esponenti di quelle forze della coalizione che ne sono rimaste fuori e poi rappresentanti politici del territorio come Patrizio Andreuccetti, Andrea Bonfanti e Roberto Panchieri. L’occasione è il bilancio di questi primi sei mesi di centrodestra al potere.

L’ha fatto l’amministrazione e l’opposizione presenta di contro il suo nel quale, in sintesi, dice che ciò che di buono è stato fatto altro non è che il compimento di quanto lasciato in eredità, tutto il resto è noia, seppur infiocchettata, condita da strafalcioni che svelerebbero impreparazione, approssimazione, opacità, nonchè un’anima più destroide di quanto si voglia far credere.

Come confermerebbero a loro avviso il ritardo sul piano triennale delle Opere Pubbliche (il cui annuncio è arrivato in concomitanza della conferenza stampa) e sul bilancio, le nomine nelle partecipate “quasi tutte scadenti”, l’ordinanza antibivacco, la questione degli assi viari, l’improvviso silenzio sulla Manifattura, i ruoli di due ex candidati sindaco, Cecchini e Veronesi, e con quest’ultimo il neonato Comitato per le celebrazioni Pucciniane che sembra già avere vita difficile. E poi ancora la vicenda della Casa della memoria e della pace, la poca attenzione data all’assessorato alle pari opportunità, il silenzio intorno alla rete Ready e per ultimo, in ordine cronologico, l’episodio della mozione per sostituire la clausola sull’antifascismo nelle concessioni di spazi pubblici con un riconoscimento nei valori della Costituzione, il tutto per una cattiva digestione della parola (e concetto) Resistenza, oggetto di discussione durante la seduta di martedì sulla quale non si è riusciti a trovare un punto di incontro.

Secondo l’opposizione per una mancanza di apertura dall’altra parte nell’accettare un compromesso, chiesto però verbalmente solo alla fine della lunga discussione, dopottutto “hanno calendarizzato la mozione senza testo - specificano - solo con il titolo. Tra l’altro l’emendamento della Testaferrata, con riferimento ai totalitarismi e al comunismo, venne bocciato anche da Barsanti, allora consigliere”. Ma il vero punto di rottura, secondo l’opposizione, è più profondo e sarebbe dovuto alla tendenza dell’amministrazione a “rovesciare le priorità, confondere i valori con gli interessi”.

Teresa Scarcella