Libeccio con punte a 25 nodi e onda fino a 4 metri, 17 barche in acqua divise in due raggruppamenti, ORC e Crociera rating FIV, alla ricerca della “piccola” boa. In sintesi, questa la fotografia di una intensa e bella giornata di yachting, lo scorso sabato 9 aprile, nel mare prospiciente Palmaria e Portovenere, dove si è disputata la prima edizione della Regata della grande Boa – Trofeo Comandante Belloni. Nata da una idea di Davide Besana, la rotta originaria che prevedeva il doppiaggio della grande Boa – ODAS Italia 1 del CNR in mezzo al mar ligure (rotta per 248° a 35 miglia da Palmaria) ha dovuto essere accorciata dagli infaticabili comitati organizzatore e di regata (presieduti da Niccolò Belloni della LNI sez. Milano e dal UdR Davide Capobianco), causa meteo avverso col forte libeccio. Intatto lo spirito originario di una manifestazione con le barche alla ideale ricerca del punto in cui nell’ottobre del 1914 il comandante Belloni, pioniere della subacquea, dava inizio alla temeraria fuga col sommergibile rubato per una per una azione personale ed improvvisa contro la flotta austriaca.
La cronaca sportiva della regata racconta dell’affermazione di Ojalà II (Sparkman & Stephen del 1972 di Susan Holland) con skipper Michele Frova, nella categoria ORC, seguita da Kokopelli (Sintesi 36’) e La Cucciola (SunFast 3600). Nella categoria Crociera a rating FIV, quella più numerosa con 11 partecipanti - che vedeva quindi in palio il Trofeo Comandante Belloni -, affermazione di Small More (More 40’ di Dea dej Mari) timonata da Stefano Gentili. Secondo posto dell’imbarcazione ViaCosì 5, (GS 40’) della sezione milanese della Lega Navale con al timone Angelo Belloni, nipote omonimo del comandante, con un distacco in tempo compensato di soli 4 secondi … determinanti nell’evitare la poco elegante consegna del trofeo alla stessa famiglia che lo metteva in palio. Grande soddisfazione tra equipaggi e organizzatori. E ammirazione per il Trofeo Belloni, un basso rilievo con tecnica a sbalzo della scultrice Silvia Scarpellini raffigurante il sommergibile rubato in emersione che incrocia il Tarantella timonato da Giulio Belloni, figlio del comandante, sullo sfondo delle bocche di San Pietro.