REDAZIONE LA SPEZIA

Spezia, i tifosi si stringono intorno alla squadra

I giocatori sono rimasti a lungo negli spogliatoi dopo la sconfitta con il Monza, per salvarsi è indispensabile ritrovare la fiducia

Il giorno dopo, l’ambiente Spezia riflette su un campionato che sta sfuggendo di mano. La prima contestazione in tre anni di A esplode sui giocatori, rimasti a lungo negli spogliatoi dopo la sconfitta con il Monza. A rapporto non solo da Semplici e Macia, ma anche da una delegazione di tifosi che, dopo il confronto sotto la Ferrovia, ha potuto manifestare il proprio malcontento. Sembra proprio che la bella favola, arrivata al terzo anno, stia volgendo alla fine, per il sollievo di tutta o quasi la città che conta, che non ha saputo e voluto ragionare in termini di serie A (coerentemente con una realtà anchilosata, con una popolazione in forte diminuzione ed invecchiamento medio, con indici di sviluppo da profondo Sud) ma quasi aspettare che il fenomeno scemasse da solo, in modo da giustificare un sempiterno immobilismo, stadio del Subbuteo compreso. La squadra vista venerdì sera sembra ormai sfiduciata, quasi rassegnata agli eventi. A questo punto poco importa del risultato di oggi pomeriggio a Cremona, con il Verona che ha l’occasione di mettere tra se e lo Spezia due punti di vantaggio, che a questo punto costituirebbero un tesoretto. Ma anche se per paradosso il Verona perdesse, la domanda che è lecito farsi è quanti punti potranno fare gli Aquilotti, di qui alla fine. E’ vero che niente gira per il verso giusto, ma basta una prodezza come quella di Ciurria e la navicella affonda, zavorrata dalla mancanza di leadership (quasi tutti ceduti, i leader delle due salvezze) e in generale dalla carenza di elementi di categoria.

Se Semplici (venerdì non esente da colpe nemmeno lui, sia chiaro) si volta e non ha altro che Cipot e Krollis, ragazzi senz’altro volenterosi, forse di prospettiva, ma che faticherebbero assai in serie B (il lettone anche in C) di cosa parliamo? La squadra ha perso fiducia perché sente di non averne più. Fisicamente, il gap con le altre è imbarazzante, con un Monza al piccolo trotto per tutta la ripresa che non ha avuto nesun imbarazzo. Che dire della gestione degli infortuni, dei troppi problemi muscolari, della perenne incertezza sui tempi di recupero? Tecnicamente, non ne parliamo: due sessioni di mercato hanno quasi svuotato un gruppo che già prima non abbondava di talento (nonostante le decine di milioni arrivate dalle TV e dal mercato). Per questo la contestazione dei tifosi, comprensibile, ci sembra male indirizzata.

Mirco Giorgi