Ricordi e aneddoti del difensore che in carriera ha giocato con le maglie di Spezia e Ascoli. Pecorari doppio ex: "Il mio cuore è con le Aquile»

La cavalcata verso la salvezza nel 2007. "La spinta del pubblico fu importante, come lo è anche adesso"

Pecorari doppio ex: "Il mio cuore è con le Aquile"

Pecorari doppio ex: "Il mio cuore è con le Aquile"

"Vedo lo Spezia favorito perché la partita si disputerà al ‘Picco’". A sbilanciarsi sull’esito della sfida-salvezza tra le Aquile e il Picchio è Marco Pecorari, classe 1977, ex difensore di entrambe le compagini e attuale allenatore dell’Under 17 della Juventus.

Pecorari, che ricordi ha delle due squadre?

"Ad Ascoli, in Serie A, arrivai grazie a mister Tesser nel 2006. Ricordo ancora il mio unico gol in A con la Reggina. Non furono sei mesi molto positivi per la squadra, poi retrocessa in Serie B. A gennaio del 2007, l’allora ds aquilotto Ceravolo mi convinse a venire a Spezia, lo stesso fecero i miei ex compagni Grieco e Fusco e debbo dire che la scelta fu azzeccata. Anche se le categorie erano diverse, andai dove mi sentii voluto e cercato. A Spezia mi legano ricordi indelebili: tutte le partite erano delle finali, non solo perché ci trovammo nella necessità di fare una rincorsa importante ma anche perché Spezia è come una piazza del sud, il calcio è molto sentito. Quelle tre finali contro la Juve a Torino, dove peraltro realizzai anche un gol e contro il Verona ai playout che ci diedero la salvezza: emozioni uniche e incredibili. Sono stato bene in entrambe le piazze, peraltro molto simili dal punto di vista del calore e per il loro modo di vivere il calcio tutta la settimana, ma a Spezia ho provato sensazioni più intense".

Esattamente come nel 2007, a Spezia si vive con il fiato sospeso. Vede analogie?

"Ci siamo salvati perché eravamo una squadra coesa con la dirigenza. Questo aspetto è fondamentale anche nell’attualità per centrare l’obiettivo della salvezza. L’ingrediente principale dovrà essere l’unità di tutte le componenti, tifosi compresi, che a Spezia sono l’elemento trainante".

Nei momenti di difficoltà Spezia risponde: quasi 7000 spettatori di media al ‘Picco’...

"I giocatori sentono questo vicinanza, quando vedono uno stadio pieno di gente si sentono più forti. Quell’atmosfera era costante nel 2007, è rimasta tale a distanza di 17 anni. È vero che avete (anzi abbiamo) vissuto la Serie A, ma in questo momento c’è da cercare di riuscire a mantenere la B per poi, magari, puntare nuovamente alla Serie A. Il Picco? Vi garantisco che gli avversari hanno il timore di venire a giocare in quel catino, sanno che la gente spinge, è calda. E’ questione di atmosfera, se gli Aquilotti percepiscono che i supporter sono dalla loro parte potranno trarre solo energia positiva. A livello mentale, tutto questo, può fare la differenza".

Un giocatore che potrà spostare gli equilibri? "Verde, può tirare fuori la giocata dal cilindro".

Quale squadra vede favorita?

"Lo Spezia perché giocherà al ‘Picco’. E’ una partita importantissima ma non determinante perché ne mancheranno ancora sette partite alla fine del torneo. Di sicuro spero che lo Spezia e l’Ascoli possano salvarsi".

Vedrà la partita? Per chi tiferà? "Sì, la guarderò, per una questione di cuore tiferò lo Spezia".

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