Ex Oto, trattative di vendita in stallo. "Subito garanzie sugli stabilimenti"

Orlando vedrà presto Crosetto e interroga il Governo sul futuro di Spezia e Brescia e sulla Wass di Livorno. "I lavoratori hanno il diritto di sapere"

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La Spezia, 7 febbraio 2023 - ​Quale futuro per l’ex Oto Melara, oggi Business Unit Sistemi Difesa di Leonardo? Certezze, allo stato, dopo l’avvio delle trattative in vista di una possibile cessione dello stabilimento spezzino a fronte di offerte e manifestazioni di interesse di importanti gruppi industriali, Fincantieri compresa, già arrivate sul tavolo dell’azionista di maggioranza, non ce ne sono. Un quadro di sostanziale incertezza destinato a durare – pare di capire – almeno fino a quando non verranno sciolti due nodi chiave, e cioè il disegno dei nuovi assetti dei vertici Leonardo (in ballo c’è l’incarico di amministratore delegato) e soprattutto la definizione delle strategie industriali da parte del nuovo Governo, chiamato a fissare i suoi indirizzi per un settore dalla forte valenza strategica come l’industria della Difesa.

In questo contesto – con i sindacati che, in attesa di segnali rassicuranti da parte dell’azienda, non fanno mistero delle loro preoccupazioni per il futuro delle fabbriche e dell’indotto spezzino – si collocano due iniziative di taglio politico venute da Andrea Orlando, già ministro in vari governi e oggi parlamentare Pd.

La prima è la richiesta un incontro a breve su questi temi con il ministro della Difesa Guido Crosetto, già fissato e poi rinviato di qualche giorno per problemi legati all’agenda dello stesso Crosetto; la seconda è un’interrogazione alla Camera rivolta ai ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, della Difesa Crosetto e dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Orlando chiede in sostanza notizie in ordine al futuro degli stabilimenti di Spezia e Brescia "in relazione al loro fabbisogno di investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo e ai loro fabbisogni occupazionali e se intendano coinvolgere le organizzazioni sindacali affinché i lavoratori abbiano tutte le corrette informazioni in merito".

"Da oltre un anno – ricorda il deputato Pd – Oto Melara, oggi parte della Business Unit Sistemi Difesa di Leonardo, è oggetto di trattative per la vendita che hanno visto offerte e interessamenti di vari soggetti quali Fincantieri, Rheinmetall e Knds. Oto Melara impiega più di 1.500 lavoratori dalle competenze elevate oltre a rappresentare un asset strategico di grande importanza, soprattutto di fronte al riaccendersi di tensioni geopolitiche internazionali. Il trapelare di informazioni sui media circa le fasi della trattativa è motivo di profonda apprensione tra i lavoratori, pertanto si richiede al Governo di sapere quali sono le intenzioni sulla cessione di Oto Melara e sul futuro degli stabilimenti della Spezia e di Brescia, nonché per quelli Wass di Livorno e se intenda coinvolgere le organizzazioni sindacali affinché i lavoratori abbiano tutte le corrette informazioni in merito".

Ma quanto potrà influire il cambio dei vertici di Leonardo sul futuro dello stabilimento spezzino? "In realtà più che dagli assetti di vertice di Leonardo – dichiara Orlando a La Nazione – tutto dipende dalla strategia del governo. Prima di questo esecutivo, con Franco, Giorgetti, Guerini e il sottoscritto, non convinceva la prospettiva della cessione ad un altro soggetto con lo spacchettamento dei rami d’azienda. L’ipotesi di lavoro, semmai, era quella, che reputo valida tutt’oggi, di dare vita a un soggetto produttivo nuovo capace di sviluppare efficaci collaborazioni, con l’Italia presente e in grado di esercitare tutto il suo peso".

Resta a suo giudizio verosimile la prospettiva di una vendita?

"Allo stato non ho colto segnali di apertura in questa direzione. Una delle ipotesi sul tavolo è quella di un nuovo soggetto produttivo in grado di operare anche su programmi terrestri, con la componente italiana capace di far valere il suo peso anche in virtù delle sue considerevoli commesse e con quello stesso soggetto che potrebbe diventare cliente".

A suo tempo si è anche ipotizzato, per bloccare disegni di vendita degli stabilimenti ex Oto, anche il ricorso da parte del governo alla golden share. Che ne pensa?

"Ritengo che l’uso della golden share oggi sia l’ultima spiaggia, anche perché il Governo, con il Tesoro in veste di socio, ha ben altri strumenti per far valere le proprie scelte".