Dalla musica alle Meraviglie: l'anno d'oro dello spezzino Logli

Dai film tv a programmi di successo quali "Meraviglie" di Alberto Angela, il 2019 è denso di soddisfazioni per l'autore, paroliere e sceneggiatore Paolo Logli.

Paolo Logli, Alberto Angela e il regista Gabriele Cipollitti

Paolo Logli, Alberto Angela e il regista Gabriele Cipollitti

La Spezia, 10 aprile 2019 - Autore, paroliere, sceneggiatore. È un periodo magico per lo spezzino Paolo Logli, che in questi mesi vede tanti dei progetti su cui ha messo la firma, in molti casi insieme a storici colleghi e collaboratori, divenire realtà. C'è la sua mano dietro i successi della trasmissione "La Vita in diretta" con cui ha seguito tutto il Festival di Sanremo, il film per la tv "Il mondo sulle spalle" con Beppe Fiorello, la pellicola "Copperman" di Eros Puglielli...ma non finisce qui: per il secondo anno, è tornato in onda con un boom di ascolti "Meraviglie-La penisola dei tesori" di Alberto Angela, diretto da Gabriele Cipollitti (ieri sera è andata in onda l’ultima puntata su Rai 1, seguita da quasi 4 milioni di telespettatori), e sono in uscita il nuovo album del Banco del Mutuo Soccorso "Transiberiana", di cui è coautore dei testi, e il film con Enrico Brignano "Tutta un'altra vita". ​

"Averne di anni cosi - esordisce -: oltre al numero di progetti, mi ha fatto veramente piacere il non dover rinunciare ad alcuna delle mie identità: in fondo, non ho mai voluto scegliere tra musica, cinema e tv. Difendo il diritto a non farlo e a non decidere cosa fare da grande; alla fine cambia poco: racconti delle storie quando scrivi una canzone, una sceneggiatura, addirittura quando fai tv. E non dimentichiamo la scrittura per l'editoria: sto facendo un progetto sui grandi divi del rock".  

Come sei arrivato a fare questo lavoro?

“Credo di averlo voluto far da sempre, e non è un luogo comune, fin da quando ero nella balera dei miei a Fiumaretta e dormivo nel retropalco a 4-5 anni; partire è stato sorprendentemente facile, dopo esser stato scoperto dal direttore della sede di Rai Liguria Arnaldo Bagnasco, fino a quando sono andato a Roma per Uno Mattina dopo aver conosciuto Piero Badaloni. Poi, ho capito che contavano anche le relazioni, che mi sono dovuto costruire da zero nella Capitale”.

Non sarà facile nutrire in continuazione questa vena creativa...

“La routine uccide, e per fortuna non è una cosa che provo: ogni volta è come fare un’esperienza nuova e il lavorare su tanti tavoli dà energia” -      

Fondamentali sono i rapporti con le persone con cui si lavora.  

“Ci sono persone con cui è un piacere lavorare, come Alberto Angela: un uomo attento, che vuol capire, interpretare e far suo il copione; è colto e capace di valorizzare quello che scrivi e aggiungerci molto. Un altro fantastico, per l’energia che trasmette, è Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso: ha la passione del rocker e una tenuta fisica spaventosa, ed è capace di infiammare chiunque. Poi, ci sono Beppe Fiorello e Luca Argentero e i compagni di viaggio con cui da 20 anni condivido i progetti: Alessandro Pondi, Mauro Graiani e Riccardo Errera: ognuno va per la sua rotta, ma ci ritroviamo e stiamo scrivendo un film insieme”.

Cosa ti manca ancora da fare?

“Due cose: una persona ed un’esperienza: avevo un sacco di progetti con Ivan Graziani, ma purtroppo non c’è più, ma ha un figlio…e poi, un testo teatrale con un grosso nome”.  

Anche il tuo caso è l'ennesima prova che Spezia esporta talenti.

“Cito una poesia di Ubaldo Mazzini, che esprime questo concetto: se sei uno spezzino che ha due once di talento, vieni schivato e tutti iniziano a parlar male di te”. Insomma, provo per Spezia quel che prova Guccini per Modena. Detto questo, ho lavorato con Paola Settimini al festival cinematografico “La Spezia Film Festival”, ma non abbiamo avuto supporto. Riguardo alla città, lo dico da anni: nel mio piccolo, mi piacerebbe esser interlocutore e mettermi a disposizione: nessuno me lo ha mai chiesto, ma se lo facessero, risponderei di sì.   A Spèza “'Nfra tüte e sità de l'üniverso me a credo che paege né ghe 'n sia; mia propio die che Cristo i agia perso, dopo d'avela fabricà, a magìa! Bela l'è bela, la la veda 'n guerso! E ho sentì a die che per quanto se zia er mondo 'n lüngo, e 'n largo, ne gh'è verso! En gorfo cossì beo i ne s'amìa. Ma a ciü belessa bela e sorprendente l'è che se gh'è 'n spezin ch'agia 'nt'a testa doi ünse de criteio e de talento I 'o schivo tüti, e i ne 'r consideo gnente; ma se ven n'ase chi daa cà dea pesta i' en capaci de faghe 'r monümento”. U.Mazzini  

Chiara Tenca

 

 

 

Autore, paroliere, sceneggiatore. È un periodo magico per lo spezzino Paolo Logli, che in questi mesi vede tanti dei progetti su cui ha messo la firma, in molti casi insieme a storici colleghi e collaboratori, divenire realtà.

C'è la sua mano dietro i successi della trasmissione "La Vita in diretta" con cui ha seguito tutto il Festival di Sanremo, il film per la tv "Il mondo sulle spalle" con Beppe Fiorello, la pellicola "Copperman" di Eros Puglielli...ma non finisce qui: per il secondo anno, è tornato in onda con un boom di ascolti "Meraviglie-La penisola dei tesori" di Alberto Angela, diretto da Gabriele Cipollitti (ieri sera è andata in onda l’ultima puntata su Rai 1, seguita da quasi 4 milioni di telespettatori), e sono in uscita il nuovo album del Banco del Mutuo Soccorso "Transiberiana", di cui è coautore dei testi, e il film con Enrico Brignano "Tutta un'altra vita".

 

"Averne di anni cosi" esordisce "oltre al numero di progetti, mi ha fatto veramente piacere il non dover rinunciare ad alcuna delle mie identità: in fondo, non ho mai voluto scegliere tra musica, cinema e tv. Difendo il diritto a non farlo e a non decidere cosa fare da grande; alla fine cambia poco: racconti delle storie quando scrivi una canzone, una sceneggiatura, addirittura quando fai tv. E non dimentichiamo la scrittura per l'editoria: sto facendo un progetto sui grandi divi del rock".

 

 - Come sei arrivato a fare questo lavoro?

“Credo di averlo voluto far da sempre, e non è un luogo comune, fin da quando ero nella balera dei miei a Fiumaretta e dormivo nel retropalco a 4-5 anni; partire è stato sorprendentemente facile, dopo esser stato scoperto dal direttore della sede di Rai Liguria Arnaldo Bagnasco, fino a quando sono andato a Roma per Uno Mattina dopo aver conosciuto Piero Badaloni. Poi, ho capito che contavano anche le relazioni, che mi sono dovuto costruire da zero nella Capitale”.

- Non sarà facile nutrire in continuazione questa vena creativa...

“La routine uccide, e per fortuna non è una cosa che provo: ogni volta è come fare un’esperienza nuova e il lavorare su tanti tavoli dà energia”.

  1. Fondamentali sono i rapporti con le persone con cui si lavora.  

“Ci sono persone con cui è un piacere lavorare, come Alberto Angela: un uomo attento, che vuol capire, interpretare e far suo il copione; è colto e capace di valorizzare quello che scrivi e aggiungerci molto. Un altro fantastico, per l’energia che trasmette, è Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso: ha la passione del rocker e una tenuta fisica spaventosa, ed è capace di infiammare chiunque. Poi, ci sono Beppe Fiorello e Luca Argentero e i compagni di viaggio con cui da 20 anni condivido i progetti: Alessandro Pondi, Mauro Graiani e Riccardo Errera: ognuno va per la sua rotta, ma ci ritroviamo e stiamo scrivendo un film insieme”.

 

- Cosa ti manca ancora da fare?

“Due cose: una persona ed un’esperienza: avevo un sacco di progetti con Ivan Graziani, ma purtroppo non c’è più, ma ha un figlio…e poi, un testo teatrale con un grosso nome”.

 

 - Anche il tuo caso è l'ennesima prova che Spezia esporta talenti.

Cito una poesia di Ubaldo Mazzini, che esprime questo concetto: se sei uno spezzino che ha due once di talento, vieni schivato e tutti iniziano a parlar male di te*”. Insomma, provo per Spezia quel che prova Guccini per Modena. Detto questo, ho lavorato con Paola Settimini al festival cinematografico “La Spezia Film Festival”, ma non abbiamo avuto supporto. Riguardo alla città, lo dico da anni: nel mio piccolo, mi piacerebbe esser interlocutore e mettermi a disposizione: nessuno me lo ha mai chiesto, ma se lo facessero, risponderei di sì.

 

A Spèza

'Nfra tüte e sità de l'üniverso me a credo che paege né ghe 'n sia; mia propio die che Cristo i agia perso, dopo d'avela fabricà, a magìa! Bela l'è bela, la la veda 'n guerso! E ho sentì a die che per quanto se zia er mondo 'n lüngo, e 'n largo, ne gh'è verso! En gorfo cossì beo i ne s'amìa. Ma a ciü belessa bela e sorprendente l'è che se gh'è 'n spezin ch'agia 'nt'a testa doi ünse de criteio e de talento I 'o schivo tüti, e i ne 'r consideo gnente; ma se ven n'ase chi daa cà dea pesta i' en capaci de faghe 'r monümento”. U.Mazzini

 

Chiara TencaAutore, paroliere, sceneggiatore. È un periodo magico per lo spezzino Paolo Logli, che in questi mesi vede tanti dei progetti su cui ha messo la firma, in molti casi insieme a storici colleghi e collaboratori, divenire realtà.

C'è la sua mano dietro i successi della trasmissione "La Vita in diretta" con cui ha seguito tutto il Festival di Sanremo, il film per la tv "Il mondo sulle spalle" con Beppe Fiorello, la pellicola "Copperman" di Eros Puglielli...ma non finisce qui: per il secondo anno, è tornato in onda con un boom di ascolti "Meraviglie-La penisola dei tesori" di Alberto Angela, diretto da Gabriele Cipollitti (ieri sera è andata in onda l’ultima puntata su Rai 1, seguita da quasi 4 milioni di telespettatori), e sono in uscita il nuovo album del Banco del Mutuo Soccorso "Transiberiana", di cui è coautore dei testi, e il film con Enrico Brignano "Tutta un'altra vita".

 

"Averne di anni cosi" esordisce "oltre al numero di progetti, mi ha fatto veramente piacere il non dover rinunciare ad alcuna delle mie identità: in fondo, non ho mai voluto scegliere tra musica, cinema e tv. Difendo il diritto a non farlo e a non decidere cosa fare da grande; alla fine cambia poco: racconti delle storie quando scrivi una canzone, una sceneggiatura, addirittura quando fai tv. E non dimentichiamo la scrittura per l'editoria: sto facendo un progetto sui grandi divi del rock".

 

 - Come sei arrivato a fare questo lavoro?

“Credo di averlo voluto far da sempre, e non è un luogo comune, fin da quando ero nella balera dei miei a Fiumaretta e dormivo nel retropalco a 4-5 anni; partire è stato sorprendentemente facile, dopo esser stato scoperto dal direttore della sede di Rai Liguria Arnaldo Bagnasco, fino a quando sono andato a Roma per Uno Mattina dopo aver conosciuto Piero Badaloni. Poi, ho capito che contavano anche le relazioni, che mi sono dovuto costruire da zero nella Capitale”.

- Non sarà facile nutrire in continuazione questa vena creativa...

“La routine uccide, e per fortuna non è una cosa che provo: ogni volta è come fare un’esperienza nuova e il lavorare su tanti tavoli dà energia”.

-       Fondamentali sono i rapporti con le persone con cui si lavora.  

“Ci sono persone con cui è un piacere lavorare, come Alberto Angela: un uomo attento, che vuol capire, interpretare e far suo il copione; è colto e capace di valorizzare quello che scrivi e aggiungerci molto. Un altro fantastico, per l’energia che trasmette, è Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso: ha la passione del rocker e una tenuta fisica spaventosa, ed è capace di infiammare chiunque. Poi, ci sono Beppe Fiorello e Luca Argentero e i compagni di viaggio con cui da 20 anni condivido i progetti: Alessandro Pondi, Mauro Graiani e Riccardo Errera: ognuno va per la sua rotta, ma ci ritroviamo e stiamo scrivendo un film insieme”.

 

- Cosa ti manca ancora da fare?

“Due cose: una persona ed un’esperienza: avevo un sacco di progetti con Ivan Graziani, ma purtroppo non c’è più, ma ha un figlio…e poi, un testo teatrale con un grosso nome”.

 

 - Anche il tuo caso è l'ennesima prova che Spezia esporta talenti.

Cito una poesia di Ubaldo Mazzini, che esprime questo concetto: se sei uno spezzino che ha due once di talento, vieni schivato e tutti iniziano a parlar male di te*”. Insomma, provo per Spezia quel che prova Guccini per Modena. Detto questo, ho lavorato con Paola Settimini al festival cinematografico “La Spezia Film Festival”, ma non abbiamo avuto supporto. Riguardo alla città, lo dico da anni: nel mio piccolo, mi piacerebbe esser interlocutore e mettermi a disposizione: nessuno me lo ha mai chiesto, ma se lo facessero, risponderei di sì.

 

A Spèza

'Nfra tüte e sità de l'üniverso me a credo che paege né ghe 'n sia; mia propio die che Cristo i agia perso, dopo d'avela fabricà, a magìa! Bela l'è bela, la la veda 'n guerso! E ho sentì a die che per quanto se zia er mondo 'n lüngo, e 'n largo, ne gh'è verso! En gorfo cossì beo i ne s'amìa. Ma a ciü belessa bela e sorprendente l'è che se gh'è 'n spezin ch'agia 'nt'a testa doi ünse de criteio e de talento I 'o schivo tüti, e i ne 'r consideo gnente; ma se ven n'ase chi daa cà dea pesta i' en capaci de faghe 'r monümento”. U.Mazzini

 

Chiara Tenca