La Via dell’Amore è ancora chiusa, Grillo: «Indicai la soluzione 4 anni fa»

Il senatore: «Sei anni passati e nessuna data certa per il cantiere»

Luigi Grillo, ex senatore, ‘bacchetta’ tutti per la Via dell’Amore

Luigi Grillo, ex senatore, ‘bacchetta’ tutti per la Via dell’Amore

Cinque Terre (La Spezia), 12 marzo 2018 - «La via dell’Amore è chiusa da ben sei anni senza che si intraveda una soluzione che indichi una data certa entro cui sia possibile ripercorrere questo straordinario e unico sentiero che tutti ci invidiano». Lo sottolinea il senatore Luigi Grillo, la cui famiglia gestisce l’agriturismo Buranco, preoccupato per le conseguenze di questa situazione sul turismo.

«La giunta che governa oggi la nostra regione e il governo Gentiloni – prosegue – hanno messo a disposizione 12 milioni di euro ma al momento non è prevedibile quando si potrà aprire il cantiere. Mi permetto rivendicare la concretezza di una proposta fatta agli inizi del 2013, al termine della mia esperienza parlamentare. Prima che si concludesse la legislatura proposi agli amministratori locali di fare ricorso alla tecnica del project finance per avviare in tempi brevissimi i lavori di ripristino e di messa in sicurezza della Via dell’Amore».

Una proposta che non fu accolta ma che nasceva, spiega Grillo, «da alcune oggettive riflessioni. Dal 1948 al 2002 le opere pubbliche nel nostro Paese sono state interamente finanziate dallo Stato. Nel 2002 ci fu la svolta: con la legge 166/2002, su mia proposta, venne approvato un emendamento che introdusse la tecnica del project anche in Italia. La tecnica cioè che consente a un privato di realizzare un’opera pubblica e di rientrare del capitale investito attraverso la gestione della stessa per un numero concordato di anni». Nel 2011 – aggiunge –il project si è consolidato tanto che sono stati banditi più di 2.300 progetti per un ammontare complessivo di 10 miliardi di euro.

E conclude: «La Via dell’Amore poteva essere facilmente edin fretta realizzata proprio con la tecnica del project. Sono sufficienti alcuni dati: nel 2011, ultimo anno di praticabilità del sentiero, sono transitati 865.000 turisti che hanno pagato un ticket di 6 euro consentendo al Parco di incassare circa 5 milioni di euro. Disponendo di questo flusso di incassi certi, il Parco avrebbe potuto contrarre un mutuo bancario per l’importo necessario a sistemare il sentiero (15 milioni di euro secondo taluni preventivi) e pagare il debito contratto in un arco di tempo di 5 anni. Avremmo così evitato le lungaggine che si sono verificate, gli incontri al Ministero, le polemiche politiche e non saremmo messi alla berlina da parte di osservatori esteri in quanto incapaci di sfruttare una risorsa straordinaria che i turisti in ogni parte del mondo ci invidiano».