Suicidio assistito, parte nel 2023 raccolta di firme

Obiettivo il deposito di una proposta di legge regionale sull’aiuto medico alla morte volontaria, grazie alla mobilitazione dell’associazione Luca Coscioni

C’è anche la Liguria tra le prime Regioni italiane in cui a breve partirà la raccolta firme finalizzata al deposito di una proposta di legge regionale sul suicidio assistito, grazie alla mobilitazione dell’associazione Luca Coscioni. "Grazie alla sentenza 2422019 della Corte costituzionale sul caso CappatoAntoniani, l’aiuto medico alla morte volontaria, il cosiddetto ‘suicidio assistito’, oggi in Italia è possibile per le persone malate che possiedono i requisiti previsti dalla Consulta – fa sapere l’associazione –. Eppure, nonostante la possibilità di ottenere questo tipo di aiuto, il Servizio sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Così le persone maggiorenni affette da patologie irreversibili, con gravi sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale, che intendono interrompere la propria vita, rimangono in attesa di Asl e Comitati etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi. Un tempo che molte persone che hanno bisogno di essere aiutate a morire non hanno".

A inizio 2023, dunque, il via alla raccolta delle firme anche in Liguria. Per l’associazione, "a tre anni dalla sentenza della Corte Costituzionale e a un anno e mezzo dalla grande adesione popolare in occasione del referendum continuiamo ad attendere un cenno dal Parlamento. Servirebbe una legge che migliorasse quanto deciso dalla Consulta, eliminando le discriminazioni oggi in atto tra i malati che chiedono di poter accedere alla morte assistita. Nel frattempo le Regioni possono e devono in autonomia applicare questa sentenza che ha portata di legge direttamente applicabile. Innanzitutto devono fornire risposte alle persone malate senza tempi dilatati e possono emanare una legge regionale in grado di determinare tempi e procedure certe, dalla richiesta all’accesso alla tecnica, senza ulteriori ostruzioni. Con questo obiettivo parte, con la ricerca di volontari e autenticatori su tutto il territorio nazionale, la raccolta firme utile alla presentazione di una proposta di legge regionale in grado di evitare ulteriori torture di Stato".