REDAZIONE LA SPEZIA

Ottiene il congedo e lavora altrove. Infermiera accusata di truffa e falso

Una cinquantenne dipendente di Asl5 aveva ricevuto i benefici di legge per assistere il genitore invalido. Per la Procura spezzina avrebbe invece aiutato il marito nella gestione di un esercizio commerciale .

Personale medico e infermieristico nella corsia di un reparto (. foto di repertorio

Personale medico e infermieristico nella corsia di un reparto (. foto di repertorio

Secondo la Procura della Spezia avrebbe truffato il proprio datore di lavoro: ottenuto il congedo (e le relative indennità economiche) per assistere un genitore invalido, avrebbe poi utilizzato il proprio tempo per lavorare in un esercizio commerciale gestito dal marito. Protagonista della vicenda, avvenuta lo scorso anno e approdata da pochi mesi al palazzo di giustizia, un’infermiera cinquantenne all’epoca dei fatti impiegata in Asl5, per la quale la Procura ha disposto la citazione a giudizio per l’udienza di comparizione predibattimentale che si terrà il prossimo 15 novembre. L’azienda sanitaria, nei giorni scorsi, con una deliberazione del direttore generale Paolo Cavagnaro, ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento, affidando la propria tutela legale all’avvocato Maurizio Sergi. La donna, originaria della Spezia, nel marzo del 2023 avrebbe chiesto e ottenuto di usufruire del congedo previsto dalla legge per l’assistenza a un genitore invalido, salvo poi – secondo la ricostruzione della magistratura spezzina – venire meno ai doveri di assistenza per dedicarsi a un’altra attività lavorativa, presso un esercizio commerciale situato nella provincia di Massa Carrara, gestito dal marito.

Un comportamento che è valso alla donna anche l’indebita percezione delle indennità e dei contributi erogati da Asl5 e conseguenti al riconoscimento del beneficio da parte della stessa azienda sanitaria, quantificati dalla Procura in 13.168,45 euro. Per la donna, non solo l’accusa di truffa, ma anche di falso, perchè nell’ambito delle procedure avviate per il riconoscimento del congedo da parte di Asl5, avrebbe presentato un’attestazione falsificando la firma del padre, inducendo in errore anche i dipendenti dell’ufficio anagrafe del Comune della Spezia, i quali avrebbero attestato falsamente nei registri dello stato civile – sulla base di quanto dichiarato dalla donna – la residenza temporanea presso l’abitazione del padre. Motivo per il quale la Procura spezzina ha individuato le persone offese non solo nell’Asl5 ma anche nel Comune della Spezia: tuttavia solo l’azienda sanitaria, al momento, ha deciso di costituirsi parte civile e parteciperà all’udienza di comparizione predibattimentale che sarà celebrata dal giudice Ruberto.

Matteo Marcello