REDAZIONE LA SPEZIA

Niccolini assolto dall’accusa di riciclaggio

La sentenza: "Perché il fatto non sussiste". Stesso provvedimento per la sarzanese Prampi

L’avvocato Aldo Niccolini è stato assolto dall’accusa di riciclaggio. "Perché il fatto non sussiste", è la sentenza pronunciata ieri dal giudice Mario De Bellis. Dalla stessa accusa e con la medesima formula, è stata assolta anche la sarzanese Debora Prampi. Hanno fatto centro le tesi difensive sostenute dagli avvocati di fiducia Andrea Corradino e Fabio Sommovigo per Niccolini e Fabrizio Ricciardi per la Prampi.

Per entrambi gli imputati, la fine di un incubo per fatti che, secondo l’accusa, sarebbero avvenuti dal 6 giugno all’11 luglio del 2016. Si tratta di un’indagine della guardia di finanza nata a Trieste, nell’ambito del processo in cui l’avvocato spezzino Aldo Niccolini difendeva due professionisti, consulenti di una società accusati di aver effettuato compensazioni illecite per evadere il fisco. Era stato ipotizzato un danno erariale di un milione e 400mila euro.

Secondo l’accusa, come si legge nel capo di imputazione, Niccolini "avrebbe compiuto operazioni atte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme profitto dei delitti contestati a Maurizio Monti e Patrizia Cravarezza nel procedimento della procura di Trieste nel quale assisteva le due persone indicate quale difensore di fiducia". "Condotta consistita – sempre secondo l’accusa – nel dare la propria disponibilità al trasferimento della somma di 100mila euro dal conto corrente intestato alla ditta dei due professionisti al suo e nel chiedere l’emissione di 4 assegni circolari tutti intestati a se medesimo dei quali uno, dell’importo di 20mila euro, veniva trattenuto nella propria disponibilità, mentre gli altri tre dell’importo di 25mila euro cadauno, venivano versati sul medesimo conto, con la somma di 75mila euro successivamente bonificata sul contro corrente intestato a Debora Prampi moglie di Maurizio Monti". La Prampi, secondo l’accusa, "avrebbe dato la propria disponibilità al trasferimento di 75mila euro dal conto corrente intestato all’avvocato Niccolini al proprio e successivamente nell’effettuare un primo bonifico in data 10 giugno 2016 del’importo di 20mila euro a suo favore su un conto corrente postale, un secondo bonifico in data 17 giugno 2016 sempre di 20mila euro a suo favore su conto corrente postale e un terzo bonifico l’11 luglio 2016 dell’importo di 30mila euro su un conto corrente postale".

Il pubblico ministero Antonio Patrono aveva chiesto la condanna a 5 anni per Niccolini, ridotta per il rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi e al pagamento di una multa di 15mila euro, mentre per Debora Prampi a 4 anni ridotta per le attenuanti generiche a 2 anni e 6 mesi e a 2 anni per il rito, oltre al pagamento di una multa di 5mila euro. Il giudice ha accolto invece le richieste di assoluzione degli avvocati difensori, perché il fatto non sussiste. La sentenza sarà depositata entro 60 giorni.

Massimo Benedetti