Manutenzione delle boe Marcia indietro del Parco

Stracciato il contratto biennale sottoscritto a giugno con un’azienda romana. Non interveniva nonostante i solleciti e una diffida. Verso un nuovo appalto

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Per recuperare e riposizionare una delle boe dell’Area marina protetta non sono stati sufficienti né i solleciti, né la diffida nei confronti di chi, vincendo pochi mesi prima l’appalto, avrebbe dovuto intervenire celermente. Così il Parco nazionale delle Cinque terre, dopo tre mesi di tira e molla, ha deciso di stracciare il contratto che lo legava a una ditta della Provincia di Roma che, solo la scorsa estate, si era aggiudicata la gara per l’esecuzione di lavori di manutenzione degli ancoraggi destinati alla segnaletica a mare dell’Area marina. La vicenda, conclusasi col duro provvedimento dell’ente di Manarola, ha avuto inizio alla fine dello scorso settembre, quando il Parco ravvisa la necessità di recuperare e riposizionare una delle boe di delimitazione dell’Area marina protetta, quella della zona di punta Montenero, il cui ancoraggio al fondale era stato strappato da una mareggiata.

Tuttavia, l’azienda titolare dell’appalto non risponde alle richieste, innescando dapprima due solleciti, e poi una diffida, con tanto di avviso circa l’applicazione di una penale a copertura dei "ritardi ingiustificati" da parte dell’appaltatore. Una dura presa di posizione che però non ha sortito gli effetti sperati, con l’azienda romana che dopo aver fornito rassicurazioni, non dava corso all’intervento nei termini previsti. Si arriva così alla fine di novembre, con il Parco nazionale che, dopo aver stimato in oltre 14mila euro le penali legate ai quaranta giorni di ritardo accumulati dalla ditta, dopo aver speso oltre 3mila euro di tasca propria per provvedere in maniera autonoma al recupero e al riposizionamento della boa, e preso atto che il valore delle penali superava di gran lunga il dieci per cento del valore complessivo del contratto, non ha potuto fare altro che procedere alla risoluzione del contratto di appalto di durata biennale sottoscritto appena lo scorso giugno. L’azienda della provincia di Roma ha ora dieci giorni di tempo per presentare memorie e giustificazioni con l’obiettivo di annullare gli effetti della decisione dell’ente: in caso contrario, il provvedimento del Parco diventerà esecutivo. Nel frattempo, già nelle prossime settimane il Parco potrebbe riappaltare nuovamente il servizio.