"L’amministrazione rivaluti l’autorizzazione data per lo stabilimento"

L'inchiesta giudiziaria sulla Palmaria svela intrecci tra potere e imprenditoria. Il movimento 'Palmaria sì Masterplan no' chiede una seria riflessione sul futuro dell'isola e sulla gestione della cosa pubblica.

Un paradiso glam per big spender da far impallidire la mondana Versilia? No, grazie. Nel mare magnum emerso dall’inchiesta giudiziaria che ha sconvolto la politica regionale, il destino della Palmaria ha avuto un ruolo di detonatore, dando il la alle indagini che hanno smascherato intrecci fra potere e imprenditoria animati dagli appetiti per il potenziale rappresentato dalla sua messa a reddito. È il movimento ’Palmaria sì Masterplan no’, da sempre in prima fila contro il progetto di ‘valorizzazione’ dell’isola a commentare le vicende giudiziarie degli ultimi due giorni. "Potremmo dire che siamo increduli, ma non saremmo sinceri". I sigilli messi per la seconda volta al cantiere dello stabilimento balneare nell’ex cava Carlo Alberto – in cui Toti aveva fatto visita nelle scorse settimane, con tanto di post celebrativo sulla sua pagina Facebook – e alla ex scuola di Porto Venere sono per loro monito e simbolo. "Emerge che le condotte contestate riguardano l’agevolazione alla realizzazione dello stabilimento balneare mediante ’forte interessamento personale e attività amministrativa ad hoc’. A questo punto, pretendiamo che la politica, tutta, e l’amministrazione pubblica prendano atto dei gravissimi fatti che stanno accadendo e delle inevitabili e imprescindibili conseguenze in termini di gestione della cosa pubblica e di corretta e seria analisi delle vicende all’attenzione degli inquirenti. È imprescindibile e necessario che l’azione dell’amministrazione proceda a una rinnovata valutazione dei procedimenti che hanno portato all’autorizzazione alla realizzazione dello stabilimento balneare all’ex Cava Carlo Alberto, che hanno consentito l’invasiva cantierizzazione di un’area di assoluto pregio". Ma c’è di più e non solo sul breve periodo: un’esigenza che diventa di metodo, già più volte rivendicata in passato. "Ancora più imprescindibile e non rimandabile sarà la riflessione seria, legittima e partecipata sul futuro dell’isola Palmaria e sulle modalità di gestione della cosa pubblica, spesso ridotta alla (s)vendita del patrimonio pubblico che, ad oggi, parrebbe addirittura essere stata deliberatamente indirizzata verso specifici soggetti in cambio di utilità personali".

C.T.