La Spezia, 14 settembre 2024 – Spente le fiamme, oggi, a distanza di due settimane dall’incendio divampato domenica 1 agosto che ha distrutto circa 7 ettari del bosco della collina di Pitelli, non si spengono i ricordi e le forti emozioni di chi quel devastante rogo lo ha vissuto da molto vicino. E se negli occhi il paesaggio è quello di una desolante distesa di cenere e rovine, nel cuore invece rimane tutta la gratitudine e il riconoscimento per chi si è adoperato, con ogni mezzo, per domare il fuoco e mettere in sicurezza così abitanti e abitazioni.
Ilario Roli e la sua compagna Olena Sobolkova abitano in via Canarbino, proprio nella campagna che guardando il paese ha alle spalle la zona di Vallegrande ed è stato il confine tagliato dalle lingue di fuoco: “Quel giorno sono rientrato a casa e dopo aver pranzato sono andato a riposarmi tranquillo, come di consueto faccio la domenica - esordisce Roli – quando alle 14 sono stato chiamato all’improvviso dal vicino che mi avvisava di un incendio. Il mio pensiero è andato subito ai molti pini presenti nel nostro bosco e che avrebbero, con il loro olio resinoso, sicuramente alimentato in maniera esponenziale le fiamme. Mi sono vestito in tutta fretta e sono uscito sulla strada e da lì non ho più capito niente. Ho visto solo un muro di fuoco, spaventoso, a soli venti metri da me e dalla mia casa”.
Ilario però non si è perso d’animo neppure per un secondo e con Olena hanno fatto tutto quello che era in loro potere in quel momento: “Siamo corsi a riempire secchi d’acqua – continua - per tentare di arginare il più possibile il fronte delle fiamme pur rendendoci perfettamente conto che le nostre armi erano del tutto impari e ripensandoci oggi anche ridicole. Trovarsi a un palmo da una linea continua di fuoco che divampa senza controllo – spiega - è davvero una cosa che lascia senza respiro. Ci si sente totalmente impotenti e la paura ha il sopravvento”. Ma la vera provvidenza per Ilario e Olena è stato il vento che, cominciando a soffiare dalla parte opposta alla loro, ha spinto il rogo nell’altra direzione tracciandone e fermandone lì il confine: “Posso proprio dire che il vento ci ha salvati – commenta ancora Ilario – sono poi sopraggiunti i Vigili del fuoco con il loro automezzo, i volontari della protezione civile e dall’alto l’aero, canadair. L’intervento dei soccorsi devo riconoscere che è stato veloce ed efficace, tutti i soccorritori sono stati bravi e hanno lavorato senza sosta con grande competenza ed energia. Per questo voglio ringraziarli tutti dai Vigili del fuoco, ai carabinieri che si sono adoperati e hanno svolto tutte le indagini e un ringraziamento particolare voglio farlo ai volontari della protezione civile che ci hanno aiutato e assistito di giorno e di notte”.
Tanta paura dunque: quel genere di terrore capace di immobilizzare, togliere il fiato, per poi subito dopo far scattare l’atavico spirito di sopravvivenza. Tanta fortuna anche, unita all’efficiente macchina spezzina dei soccorsi. E, infine, un grande “ma” avversativo, purtroppo, che lascia aperta la questione. Sì, perché quella domenica, a bruciare sulla collina di Pitelli non è stata soltanto la fitta vegetazione, bensì – a detta di Ilario Roli – anche tanti rifiuti appositamente abbandonati qui che, scorie di un vero e proprio “malcostume” inveterato, neanche la calamità di un rogo di tali proporzioni è capace di estirpare.
Alma Martina Poggi