‘Età libera’, rebus sede Spazzati via trent’anni

Il Barontini cambia gestione. Incerto il futuro delle associazioni “sfrattate“

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Non è solo la delusione del trasloco quanto l’amarezza di uno sfratto che mette fine alla storia di un’associazione che per quasi 30 ha tenuto insieme centinaia di soci. Anziani soltanto sulla carta d’identità oppure per la "patente" assegnata dall’arrivo della pensione ma non certo nello spirito, la curiosità, passione e voglia di restare al passo con i tempi. Il nuovo corso del centro sociale "Barontini" di via Ronzano è iniziato con l’assegnazione della struttura di proprietà del Comune di Sarzana alla nuova associazione "Tourism Factory Aps" che si è aggiundicata il bando di gestione aperto dall’ente. Un subentro al Comitato per Terza Età che lo ha gestito dal momento della costruzione dell’edificio. Il gruppo di lavoro dal 1994 ha portato avanti l’Università dell’Età Libera che si è fermata soltanto nella scorsa primavera quando è esplosa l’emergenza sanitaria. Raggiungendo numeri davvero importanti: 350 i soci e ben 150 gli "studenti" dell’Università. Quando l’amministrazione comunale ha comunicato di voler mettere a bando i centri sociali per il Comitato sono iniziate le preoccupazioni, tradotte nell’impossibilità di adempiere agli obblighi contrattuali voluti dal Comune. Spese incompatibili con il volontariato, i ricavi minimi e comunque investiti in attrezzature che ancora sono presenti nei saloni. In questi giorni il comitato presieduto da Marco Gilardi (in foto) si ritroverà per capire come impostare il futuro ma l’amarezza è tanta e soprattutto la voglia di riprogrammare il futuro sembra improvvisamente venuta meno. L’Università dell’Età Libera ogni stagione, da ottobre a maggio per tre pomeriggi a settimana, organizzava decine e decine di appuntamenti spaziando dalle lezioni sulla storia locale, medicina, musica, teatro, letteratura invitando relatori, docenti e esperti dei vari settori.

Oltre alle lezioni erano programmate gite di istruzione, corsi di ginnastica dolce e di cucito, settimane di vacanze in montagna o gite in località termali. Ma soprattutto c’era la semplice quotidianità: il ritrovo al circolo, quattro chiacchiere, un caffè e la possibilità di trascorrere interi pomeriggi in compagnia, scacciando a volte la solitudine, con una spesa quasi simbolica. Le nuove condizioni sono state ritenute impossibili da onorare tenendo conto delle spese che, oltre all’affitto, prevedevano la manutenzione del parco, potatura degli alberi, taglio dell’erba e servizio controllo per la chiusura serale dei cancelli di accesso all’area verde.

Massimo Merluzzi