Aveva concesso un prestito a una persona in difficoltà economiche. Ma poi ha preteso una restituzione-monstre a tassi di interesse decuplicati. Per questo motivo ieri in Tribunale a Lucca di fronte al giudice Alessandro Trinci, lo spezzino Maurizio Brozzi ha patteggiato una condanna a 3 anni e otto mesi per usura ed estorsione. In aula il pubblico ministero Salvatore Giannino ha ricostruito la vicenda rimarcando le accuse rivolte contro l’imputato. Proprio secondo l’accusa avrebbe estorto complessivamente circa 10 mila euro alla vittima che abita in Versilia con la famiglia. L’imputato per farsi consegnare i soldi era arrivato a minacciare pesantemente la vittima, fino a puntare una pistola (poi risultata giocattolo) contro di lui e alcuni suoi familiari. Inoltre – sempre secondo la ricostruzione dell’accusa – avrebbe continuato a minacciarlo dicendogli che lui era coperto alle spalle da misteriosi personaggi legati alla malavita che avrebbero poi pensato a recuperare le somme che a suo dire gli spettavano.
Minacciato e spaventato, e soprattutto stufo di continuare a pagare per far fronte a quel primo prestito, la vittima si è rivolta alle forze di polizia per denunciare il suo aguzzino. Ne sono seguite indagini meticolose che hanno permesso al pubblico ministero Salvatore Giannino di arrivare in Tribunale con una serie di prove ritenute schiaccianti.
Per questo si è giunti al patteggiamento di ieri con una condanna a tre anni e otto mesi. L’imputato, che ha affrontato il processo dai domiciliari, ha ottenuto la riduzione della misura coercitiva in obbligo di dimora e divieto di uscita dalla propria abitazione dalle 20 alle 7. L’imputato aveva già restituito metà della somma incassata e altri 3.000 euro sono stati consegnati al giudice in tribunale tramite il suo avvocato di fiducia, Daniele Caprara del foro della Spezia.