In un primo momento l’avrebbe palpeggiata, poi, dopo pochi minuti, sarebbe tornato all’attacco, stringengola a sé e baciandola sulle labbra. Il condizionale è d’obbligo, per una vicenda delicata che, approdata da mesi in tribunale, ha visto ieri il giudice per l’udienza preliminare Marinella Acerbi rimandare un po’ a sorpresa la sentenza con l’obbiettivo di sentire, a stretto giro di posta, anche i genitori della bambina – dieci anni all’epoca dei fatti – che sarebbe stata oggetto delle attenzioni di un cittadino di 35 anni originario del Bangladesh. L’uomo è finito sotto accusa per per violenza sessuale, con l’aggravante di aver agito in danno di una persona minorenne che non ha compiuto ancora quattordici anni: secondo la procura, la vicenda si sarebbe consumata nell’ottobre dello scorso anno in una palazzina del capoluogo, nella quale all’epoca dei fatti risiedevano sia il trentenne asiatico (difeso dagli avvocati Giuliana Feliciani e Valentina Sciaccaluga) sia la giovanissima assieme alla sua famiglia. Nel tardo pomeriggio, la bambina si stava recando a buttare la spazzatura, quando avrebbe incontrato il trentenne bengalese sul pianerottolo delle scale del condominio.
Questi si sarebbe dapprima avvicinato alla piccola palpeggiandole. Poi, pochi minuti dopo, avrebbe atteso il ritorno della giovanissima per stringerla a sè e baciarla sulle labbra. Tutto si sarebbe svolto in pochi attimi, con la piccola che, liberatasi dalle attenzioni del trentenne, una volta tornata a casa non avrebbe esitato a raccontare i fatti ai genitori. Immediata è scattata la denuncia, con la vicenda che, approdata in procura, ha vissuto un passaggio nell’incidente probatorio, all’esito del quale la difesa ha ottenuto il rito abbreviato; ieri mattina, la discussione in aula, con il pm Federica Mariucci che ha chiesto una pena di 4 anni di reclusione e le legali che hanno chiesto l’assoluzione dell’assistito. Dopo quasi un’ora e mezza di camera di consiglio, il gup Marinella Acerbi ha ritenuto di non poter decidere allo stato degli atti, chiedendo di poter sentire anche i genitori della bambina per avere un quadro più chiaro. L’udienda è prevista fra due settimane.
Matteo Marcello