'Donna non rieducabile' con Ottavia Piccolo agli Impavidi

Con la regia di Silvano Piccardi sabato a Sarzana uno spettacolo dedicato alla libertà delle donne

Floraleda Sacchi e Ottavia Piccolo

Floraleda Sacchi e Ottavia Piccolo

Sarzana, 8 marzo 2019 – È uno degli spettacoli più attesi della stagione proposta da Gli Scarti al Teatro degli Impavidi di Sarzana. 'Donna non rieducabile', in programma sabato 9 marzo alle 21, vede in scena una delle regine del teatro italiano: Ottavia Piccolo. La drammaturgia è di Stefano Massini e le musiche per arpa eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi per la regia di Silvano Piccardi.

Dopo il crollo del Regime sovietico, la Russia sembrava avviata verso una nuova democrazia. Ma l’assassinio di Anna Politkovskaja ha allungato un’ombra terribile su questa illusione. Anna non era una militante politica, era una giornalista. Una giornalista e una donna, senza alcuna mira di potere o altro, se non quello di portare avanti, con tenacia e determinazione, il proprio mestiere. Il suo fu uno sguardo aperto, senza prevenzioni nè compromessi, su quanto avveniva nel suo paese, partendo dalla lontana Cecenia, per arrivare a incontrare i momenti più terribili della recente storia russa.

Uno spettacolo di teatro di parola che, partendo da quell'evento, delinea un’analisi sul senso della verità e della libertà di scelta, concetto storicamente vietato alle donne di tutto il mondo.

La vita di Anna è diventata qualcosa di unico e di emblematico, in cui la vicenda personale e professionale ha finito con l’assumere di per sé un meta-significato, un valore simbolico di qualcosa che ancora sembra sfuggire alla comprensione e alla coscienza contemporanea.

“Affrontando il testo di Stefano Massini, mi resi conto che non si trattava di mettere in scena il 'personaggio' di Anna Politkovskaja, né, tanto meno, di farne un’eroina da feuilleton politico – afferma Silvano Piccardi - . Si trattava al contrario di restituire al pubblico, nella forma più diretta, più semplice, più antiretorica possibile, il senso della scelta di verità, compiuta da una giornalista che volle andare a vedere dentro gli eventi, per restituircene, con sguardo limpido e coraggioso, personaggi e vicende. Mettere in scena uno sguardo, quindi: questo il compito mio e di Ottavia. Suggerendo il contesto realistico, evocando la persona attraverso le sue testimonianze, ricreando la condizione di solitudine che mano a mano la circondò, fino a soffocarla”.

E Ottavia Piccolo ha dato voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e anche all’ironia di questa donna indifesa e tenace, con il rigore e l’intensa partecipazione di una attrice che in quei valori di libertà si identifica fino in fondo. Costruito come una serie di istantanee, il percorso seguito da Anna (scandito dall’intervento dell’arpa di Floraleda Sacchi, che diventa di volta in volta l’eco della guerra, lo spappolarsi dell’inno sovietico, un rumore di ferraglia inquietante, un momento di pace), veniva quindi ricreato dall’attrice, in simbiosi con quanto visto e vissuto dalla giornalista. “Un semplice tavolino, le scarne azioni sceniche, il variare delle atmosfere sottolineate dai mutamenti spaziali suggeriti dalle luci, era dunque tutto ciò cui ci saremmo affidati, per evocare, dalla ristretta postazione di un palcoscenico, un intero mondo di eventi e di emozioni. Fino alla tragedia”. Per informazioni e prenotazioni 346 4026006 o alla mail [email protected]. Sono disponbili ancora pochissimi biglietti.