Spezia Calcio, ecco la proprietà Usa, Robert Platek: "Il mio sogno? Una grande Serie A"

L'imprenditore americano parla anche di stadio, futuro, settore giovanile e tanto altro

Robert Platek insieme a tutta la sua famiglia

Robert Platek insieme a tutta la sua famiglia

La Spezia 15 maggio 2021 – Presentazione in grande stile per il proprietario dello Spezia, Robert Platek e tutta la sua famiglia, oggi, all'ora di pranzo, all'Nh Hotel. Proprio davanti all'albergo si sono radunate diverse centinaia di tifosi che hanno accolto l'americano con cori, fumogeni e tanto calore.

Mister Platek, insomma, ma perché proprio lo Spezia?

“Ci siamo ovviamente guardati intorno – esordisce il patron - . La relazione funziona quando funziona da entrambe le parti. C'è piaciuta la città, il fatto che fosse affacciata sul mare e che avesse un porto. Abbiamo conosciuto il management e il team e siamo rimasti interessati. La squadra si è guadagnata questo traguardo e ci siamo approcciati perché era il momento di andare avanti. Non è molto tempo che sono a Spezia e sono arrivato ieri. Ho avuto modo di fare un breve giro, ho cenato qui ieri sera, ho incontrato lo staff, le persone in albergo e poi un giretto stamattina e devo dire che i cittadini spezzini sono estremamente educati, gentili e con una passione incredibile per la squadra. L'avessi saputo prima, avrei acquistato prima questo club”.

Fin dal primo momento avete dimostrato di essere una famiglia unita. Come hanno accolto loro la notizia di investire alla Spezia e nello Spezia?

“Erano tutti estremamente entusiasti, d'altra parte come non esserlo. È la Serie A italiana, il sogno di tutti, avere una squadra qui. Poi mia moglie Laurie è di origini italiane, è stata lei la più entusiasta, ma sicuramente anche i miei figli erano davvero contenti di questa decisione”.

Quali sono i ruoli che gli altri della famiglia Platek ricopriranno all'interno del club?

“In effetti mio fratello Philip è qui ormai da un po', da quindici giorni lui si occupa delle operazioni quotidiane, dell'attività quotidiana della squadra. Il mio sogno è che i miei figli siamo più coinvolti nell'attività e nel team stesso”.

Qualcuno della famiglia si stabilirà a vivere a Spezia?

“Philip, vicepresidente, passerà davvero tanto tempo a Spezia e con tutti i voi. Poi seguiranno moglie e figli. Ritengo che sia molto importante passare del tempo con staff, squadra, allenatore e diventare parte integrante della comunità e della città della Spezia. Io sono qui con i miei figli Amanda e Robert, e se un giorno mi diranno di trasferirmi in Italia, sarei entusiasta, sarebbe la scelta più giusta per rimanere all'interno del club”.

Quali sport ha praticato da giovane?

“Da bambino sono cresciuto con tre fratelli, dunque praticavamo qualsiasi sport pur di giocare insieme e quando ci riunivamo nelle festività diventavamo molto competivi. Ho provato qualsiasi sport, calcio, basket, tennis e baseball”.

Ha visto qualche partita dello Spezia?

“Da tempo le guardo, da tre mesi prima di procedere con la transazione. Sono un fan”.

Quali valori vorreste che incarnasse lo Spezia?

“È difficile trovare la squadra perfetta, penso che quello che dovrebbe avere la mia squadra ideale, sia un team altamente competitivo fuori e dentro il campo. Che abbia valori morali e etici, che rispetti il duro lavoro e l'impegno, e che sia un tema per cui sia la squadra che la città intera e gli sponsor possano essere orgogliosi”.

Quale è l’organizzazione societaria che ha trovato e se sono in previsione ampliamenti o migliorie?

“Quando si tratta di analizza una situazione si cerca di guardare al management. Sicuramente il nostro è formato da tre persone altamente qualificate, sono Andrew, Philip e Sean. Una dirigenza incredibile, fino ad oggi, è passata dalla promozione dalla B e se l'è guadagnata. Una dirigenza che ha avuto soltanto 5 settimane per organizzare una squadra e ce l'ha fatta. Sono soddisfatto, se ci sarà la possibilità, cercheremo di fare sempre di più”.

Che piani avete per le infrastrutture e sullo stadio Alberto Picco?

“Il Picco è rientrato al 100 per cento nel nostro focus e per due ragioni essenziali. Innanzitutto lo stadio deve essere pronto con i requisiti della Serie A, non ci sono validi motivi per andare a giocare fuori soltanto perché non abbiamo uno stadio. Secondo, lo stadio si trova in un'ottima posizione ma deve essere migliorato per dare a giocatori e tifosi l'esperienza che meritano. L'obiettivo è di modernizzarlo e abbiamo avviato le trattative con il sindaco e la città, abbiamo poi contattato i nostri architetti che hanno già valutato la situazione; l'amministratore Tella ha studiato la situazione meglio, vi darà migliori informazioni nei prossimi mesi. Lo stadio è un posto dove andare a guardare una partita di calcio, l'obiettivo è che tutti vivano un'esperienza gradevole, dai bambini piccoli ai tifosi della curva”.

In caso di salvezza della squadra, l'obiettivo è quello di effettuare investimenti per consolidare e mantenere la squadra nella massima serie?

“La nostra intenzione è quella di migliorare in qualsiasi modo possibile, con qualsiasi opportunità che ci verrà proposta. Il team è grandioso, realizzato in cinque settimane. C'è da capire cosa ci sia da migliorare e cosa sia necessario aggiungere alla squadra. Per questo ci sederemo insieme ad allenatore, sponsor e investitori, il nostro grande scopo è investire, perché è altamente necessario farlo nella Serie A”.

Quanto è importante l'investimento nel settore giovanile e nei giovani?

“Ci sono due aspetti da considerare negli investimenti nei confronti del settore giovanile. Il primo è la responsabilità nell'investire nella comunità e quindi nei giovani. Il secondo aspetto è che la squadra giovanile possa un giorno giocare nella prima squadra. Questo è un sogno. Non sono un calciatore professionista e non posso dare consigli. Sono un business man, la cosa importante è creare una base e costruire sopra. Ed è quello che andremo a fare qui allo Spezia”.

Nella malaugurata ipotesi che lo Spezia non mantenga la categoria, cambierebbero i piani?

“Non credo succederà tutto questo. Ad essere onesto mi fido dei giocatori, di quanto hanno fatto tutto l'anno. Rispondere a questa domanda vorrebbe dire non avere fiducia nei nostri calciatori”.

Come funziona il network che ha creato in Europa? Potranno entraci altre squadre?

“Se per qualsiasi motivo riuscissimo a trovare un elemento complementare ai nostri acquisti finora conquistati, allora la risposta, sarebbe 'sì, c'è spazio per gli altri club'. Spezia era tra i grandi cinque e ritengo che se servirà qualcosa a supporto lo faremo”.

Obiettivi a medio termine? Come vede lo Spezia fra 5 anni?

“Il mio sogno sicuramente non differisce dal sogno dei tifosi che stanno cantando ora fuori dall'albergo. Il sogno della Serie A e di avere progetti sempre più grandi. Una squadra che abbia il prossimo stadio, giochi in Serie A e lo faccia con passione, che non si trovi a combattere alla fine della stagione per la sopravvivenza. E che dia fiducia”.