MATTEO ALFIERI
Cronaca

Venator, riflettori puntati. La politica vuole risposte: "Solo l’azienda può dire la direzione intrapresa"

La senatrice Pertrucci: "Tempo scaduto, i dipendenti sono da tutelare". Bartolozzi: "Destino appeso a un filo. E Borghi ora da che parte sta?". .

Protesta davanti all’ingresso dello stabilimento Venator (foto Agostini)

Protesta davanti all’ingresso dello stabilimento Venator (foto Agostini)

SCARLINOIl conto alla rovescia è iniziato: il 31 gennaio scadrà la cassa integrazione per i lavoratori della Venator, la multinazionale inglese che produce biossido di titanio, che ha fermato la produzione da oltre un anno. La mobilitazione della politica è stata enorme. Come si è visto nell’ultimo consiglio comunale aperto che si è svolto a Gavorrano. Dopo quello di Scarlino alla fine del 2024 che ha sollevato un problema davvero grande per la zona nord della Maremma. "Abbiamo avuto modo di confermare la nostra piena e indiscussa solidarietà ai lavoratori – ha iniziato Simona Petrucci, senatrice grossetana di Fratelli d’Italia – I Comuni e tutti noi rappresentanti delle istituzioni siamo uniti e abbiamo firmato una lettera per chiedere immediate risposte all’azienda. Il territorio e soprattutto i lavoratori attendono segnali precisi: è arrivato il momento di dare una svolta definitiva alla questione e solo l’azienda può dirci in che direzione dovremo muoverci. Il tempo è ormai scaduto". Polemiche sulla vicenda Venator sollevate anche dal consigliere Andrea Bartolozzi di ’Noi per Gavorrano’. "Il destino del polo chimico di Scarlino sembra appeso a un filo – ha detto – la possibile chiusura dell’impianto mette a rischio numerosi posti di lavoro, lasciando molte famiglie nell’incertezza. In questo contesto drammatico, si inserisce una figura politica che negli ultimi anni ha assunto posizioni alquanto controverse: l’attuale assessore alla legalità del Comune di Gavorrano, Massimo Borghi. Per anni si è fatto notare per le sue campagne contro l’ubicazione dei gessi rossi, i prodotti di scarto delle lavorazioni chimiche del polo. Una posizione che, giustamente o meno, ha ignorato le implicazioni occupazionali, lasciando centinaia di lavoratori e le loro famiglie a convivere con la paura del futuro. Una svolta opportunistica? Ora che ricopre il ruolo di assessore, la sua retorica sembra essere cambiata. Cosa ne pensano i cittadini? La chiusura del polo chimico di Scarlino rappresenta una tragedia economica e sociale per il territorio. In un momento tanto critico, i lavoratori meritano di essere ascoltati e supportati da figure politiche coerenti e determinate".