Venator, Capodanno amaro per gli addetti a mensa e pulizie Cisl: "Ridotte le ore di lavoro"

Sarà un inizio anno amaro quello per alcuni lavoratori delle ditte che prestano servizi di vario genere alla Venator di Scarlino. Domani infatti, scade la gara di appalto che per cinque anni ha assegnato l’esecuzione del servizio di mensa e di pulizie a una ditta e dal giorno successivo, quindi, entreranno in campo due nuovi gestori. Le aziende incaricate con il nuovo contratto di appalto andranno ad assumere gli attuali lavoratori, nel rispetto di quanto previsto dalla legge. In questo contesto, però, cinque delle sei lavoratrici e lavoratori della mensa vedranno una riduzione oraria del contratto di lavoro che, per due di essi, passa da 40 ore settimanali a 15: decisioni dettate dal fatto che quando la produzione di Venator è a regime, la mensa produce 70mila pasti all’anno, ma si stima una produzione di 35mila per il 2023. Mentre i nove addetti alle pulizie saranno contrattualizzati in parte con l’attuale datore di lavoro, che continuerà a prestare servizio in strutture che si trovano dentro all’area di Venator, ma che sono di altri soggetti, e in parte con il nuovo soggetto gestore del servizio per Venator.

"In questo momento di grave incertezza – dichiarano Simone Gobbi, segretario generale di Fisascat Cisl Grosseto, e Pierpaolo Micci, segretario generale di Filcams Cgil – non comprendiamo la scelta di Venator di non prolungare gli appalti in essere: si tratta di una pratica che è consentita, visto che si parla di rapporti tra aziende private, e che avrebbe permesso alla ditta attualmente incaricata, in presenza di una riduzione necessaria del servizio, di poter mantenere i medesimi contratti e ricorrere, se necessario, ad ammortizzatori sociali. Adesso invece, il medesimo servizio sarà affidato a due aziende, mentre la ditta attualmente incaricata continuerà a prestare il servizio di pulizia dentro l’area di Venator per altri soggetti. È chiaro, al contrario, che nessun nuovo gestore voglia assumere il personale con contratti a tempo pieno se, al momento, la richiesta di prestazioni è minore. Adesso 15 lavoratori stanno vivendo una condizione di incertezza: quello che è sicuro è che la maggior parte di loro subiranno una forte riduzione di orario".