Tre certificazioni pilota con "Bosco Serv.e"

Importante risultato ottenuto dal Consorzio Forestale dell’Amiata

Tre certificazioni pilota con "Bosco Serv.e"

Un momento del progetto sull’Amiata

Grazie al progetto pilota "Bosco Serv.e" (Il Bosco in funzione dei Servizi Ecosistemici e della Biodiveristà) per i boschi amiatini sono arrivate tre nuove certificazioni: due Pefc Servizi Ecosistemici di idoneità al benessere forestale e Servizi Ecosistemici per le funzioni turistico ricreative rilasciate dalla Pefc Italia e la Certificazione Biodiversity Friend® Forest già attuata per l’agricoltura ma mai sperimentata nel settore forestale a cura della World Biodiversity Association onlus (Wba).

Queste certificazioni sono molto importanti dal punto di vista dell’appeal turistico, come garanzia di sostenibilità dei boschi, e per ottenere punteggi maggiori all’area rispetto ad altre per i bandi del Complemento per lo Sviluppo Rurale della Regione Toscana e garantendo. Le attività sono state finalizzate a certificare lo stato di salute dei boschi dell’Amiata e rilanciare una selvicoltura sempre più sostenibile, anche attraverso tecniche di gestione innovative, che permettono di aumentare la biodiversità dei boschi e i servizi ecosistemici che producono oltre il legname, quindi, il paesaggio, la difesa idrogeologica, i servizi turistici e ricreativi ed il benessere e la salute.

Grazie a questo importante progetto il Consorzio Forestale dell’Amiata ha ricevuto nel novembre 2023 a Rimini ad Ecomondo il premio rilasciato dalla Pefc Italia e da Legambiente come migliore "Comunità Forestale Sostenibile".

"La faggeta amiatina - spiega il presidente del Consorzio Forestale dell’Amiata Fiorenzo Caselli - proprio per la gestione selvicolturale sostenibile portata avanti negli anni da parte del Consorzio Forestale dell’Amiata è un esempio a livello nazionale". Il progetto, finanziato dal Documento di Economia e Finanza (Defr) 2020 della Regione Toscana, ha potuto contare sulla collaborazione degli enti di certificazione coinvolti, lo Studio Agricis che si occupato del coordinamento, il Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia, Viterbo e il Consorzio Forestale dell’Amiata.

N.C.