Segretaria 'liquidata': parla l'Ordine

Madonna: "Vogliamo stare nelle regole, la collaborazione non lo era" / PRECARIA PER 34 ANNI, EX SEGRETARIA FA CAUSA ALL'ORDINE

Roberto Madonna, presidente dell'Ordine

Roberto Madonna, presidente dell'Ordine

Grosseto, 3 maggio 2015 - «Vogliamo agire nell’ambito della legalità e quello era un rapporto di lavoro illegittimo». E’ racchiuso in questa frase il motivo per cui l’Ordine dei medici di Grosseto ha da febbraio interrotto la collaborazione con la segretaria storica dell’Ordine. Colei che ci ha lavorato per 34 anni. A spiegarlo è il nuovo presidente Roberto Madonna. Lo fa dopo che la segretaria mandata via ha deciso di seguire le vie legali e chiedere duecentomila euro tra tfr, adeguamento dei contributi e risarcimento dei danni. In breve la donna ha lavorato dal 1983 come collaboratrice dell’Ordine, essendone il punto di riferimento amministrativo. Un classico «co.co.co» rinnovato tacitamente ogni anno fino a febbraio scorso, quando il nuovo direttivo, completamente rinnovato, ha preso la decisione di entrare nelle regole.

«Che potevamo fare? – aggiunge Madonna – Era inevitabile: noi siamo un ente pubblico non economico, non possiamo tenere personale se non dipendente e selezionato con un bando». Vero e ha ragione. Ciò non toglie che per 34 anni l’Ordine ha agito diversamente. «Che cosa le devo dire – sottolinea Madonna – Noi ci siamo insediati da pochi mesi e vista la situazione abbiamo dovuto sanarla. Non potevamo seguire altre vie. L’Ordine è riconoscente alla signora e al lavoro svolto in tutti questi anni. Ci dispiace e speravamo che il rapporto terminasse in altro modo». Sulla causa intentata, il neopresidente dell’Ordine si sofferma poco. «Ero a conoscenza di un tentativo di accordo – spiega – almeno così mi avevano detto i nostri legali. Ora , invece, arriva la notizia della causa e della richiesta di risarcimento. Che le devo dire, sarà un giudice a dire l’ultima parola. Se dovremo dare qualcosa, lo faremo. Ma sono quantomai convinto che dovevamo prendere questa decisione. Non ce n’era un’ altra per seguire il nostro obiettivo che è stare nella legalità». Impossibile eccepire.

Cristina Rufini