"Scuola al via con tanti problemi Sono poche le immissioni a ruolo"

Cristoforo Russo (Cgil) riflette sul nuovo anno, che prenderà il via domani, e parla di situazione delicata "Il precariato aumenta, così come le classi pollaio: e non c’è un adeguato piano per il Covid"

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"Prende l’avvio un nuovo anno scolastico, purtroppo però di nuovo c’è solo l’anno temporale perché tutto il resto nella scuola non è cambiato: mancano gli investimenti per le immissioni in ruolo, per l’adeguamento degli stipendi, per l’edilizia scolastica, manca un piano efficace di gestione del Covid, anche se non siamo più in emergenza sanitaria, infatti è comunque necessario avere i mezzi per prevenire e gestire le infezioni, sia degli alunni che dei lavoratori. Rimangono invece le classi numerose, le cattedre scoperte e il precariato dei docenti".

E’ un elenco lungo quello che fa il segretario della Cgil scuola, Cristoforo Russo. "I primi giorni di settembre si sono svolte le assegnazioni delle supplenze – aggiunge – i numeri fotografano una situazione drammatica, sia per la quantità di lavoratori precari che per i ragazzi, che di anno in anno sono soggetti ad insegnati di supplenza invece che a insegnanti stabili di ruolo. Sono state assegnate più di 800 cattedre totali – continua Russo – tra tutte le classi di insegnamento e tutti gli ordini e grado. Di queste, sono circa 160 le cattedre a tempo pieno andate a supplenti, che invece sarebbero dovute essere ricoperte da personale di ruolo". Sono ben 490 quelle assegnate con contratto fino al 30 giugno e circa 170 gli spezzoni di orario.

"Tutto questo vuol dire che il fabbisogno di insegnanti nella nostra provincia è ancora coperto per una grande parte da personale precario – aggiunge il segretario –. A dimostrazione che i concorsi che si sono svolti nell’ultimo anno non sono stati assolutamente in grado di dare una risposta efficace alla questione del personale docente. Noi come sindacati sono anni che stiamo chiedendo per tutte le classi di insegnamento un sistema di immissione in ruolo e di formazione, stabile e continuo. L’unico modo per ridurre il precariato da una parte e per garantire la continuità didattica ai ragazzi, dall’altra. Va fatta, inoltre, una riflessione sulla questione del sostegno: ogni anno viene sottovalutato il quantitativo necessario di cattedre di ruolo, tagliando fuori i ragazzi dalla possibilità di avere un docente di ruolo, quindi debitamente formato e fisso nel tempo, ma lasciandoli soggetti ai cambiamenti dei contratti precari dei docenti". Ma le note dolenti sulle assegnazioni delle supplenze riguardano anche la modalità scelta dal Ministro Bianchi, che ha voluto svolgere la procedura solo tramite il sistema informatizzato e ha forzato i tempi nonostante gli uffici scolastici territoriali non fossero pronti "vanificando anche alcuni sforzi che avevamo condotto insieme – chiude Russo – per cercare di assicurare una procedura chiara, lineare e corretta. Invece, abbiamo vissuto giorni di confusione totale, in cui non era chiaro a chi spettasse una supplenza piuttosto che un’altra, ma al Ministero si dovrebbero render conto che ci sono in ballo le vite e la relativa progettualità di migliaia di lavoratori precari. Proprio per questo non accetteremo più la procedura da remoto, ma ci batteremo per avere le convocazioni in presenza".