
Risparmiatori sul piede di guerra contro Banca Etruria anche in provincia di Grosseto
Grosseto, 30 dicembre 2015 - La battaglia contro Banca Etruria entra nel vivo anche in Maremma. L’ufficio legale della Confconsumatori grossetana, sta infatti lavorando anche nella pausa natalizia per predisporre la prima domanda di mediazione contro la Nuova Banca Etruria, l’istituto nato dopo il fallimento che ha lasciato sul lastrico migliaia di obbligazionisti che hanno visto i loro risparmi andare in fumo.
Sono più di cento i risparmiatori grossetani, per un controvalore di circa 3 milioni di euro di obbligazioni subordinate (circa 30 mila euro di investimento in media), che si sono rivolti all’associazione avvieranno così l’azione legale contro la Nuova Banca Etruria per ottenere il risarcimento dei danni conseguente alla violazione, in fase di vendita dei titoli, degli articoli 21 e 22 del Tuif. Ovvero la Banca Etruria, adesso incorporata per cessione d’azienda nella Nuova Banca Etruria, deve rispondere dei danni per aver ceduto titoli inadeguati, inappropriati e rischiosi ai propri clienti retail. Clientela che da sempre aveva comune unici titoli rischiosi le normale obbligazioni della Banca Etruria. «Anche durante questi giorni sostanzialmente festivi – spiegano da Confconsumatori – gli interessati che ancora non hanno intrapreso altre iniziative giudiziarie possono rivolgersi al numero 328-7958074».
«In questi giorni stanno arrivando molte telefonate per gli appuntamenti – aggiunge Marco Festelli, avvocato e presidente provinciale di Confconsumatori – anche domani (oggi, Ndr) incontreremo delle persone che hanno deciso di rivolgersi alla nostra associazione per fare causa». Festelli continua: «Credo che ci sia margine per i rimborsi – sottolinea – soprattutto dal punto di vista giuridico queste persone hanno ragione da vendere. I profili di questi risparmiatori parlano chiaro: sono profili di rischio bassi, si tratta di pensionati che in passato avevano investito i soldi in obbligazioni e titoli di Stato senza alcun rischio di capitale. E anche obbligazioni con la stessa banca».
Poi conclude: «Quasi tutti i profili, poi avevano avuto in passato delle obbligazioni che erano scadute. Obbligazioni che erano state sostituite inconsapevolmente dai clienti. In che modo? Quando i titoli erano scaduti alcuni mi hanno raccontato di aver ricevuto delle telefonate per il rinnovo e hanno accettato fidandosi di quelle persone che ritenevano corrette. Ecco perché credo – chiude Festelli – che alla fine non potremo che aver ragione».