
Una delle aree «belliche» nel centro urbano di Porto Santo Stefano che il Comune adesso intende recuperare
"Un museo a cielo aperto al posto dei ruderi bellici". L’Argentario ne è ancora pieno: sono ben 12 le aree che, dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, non sono mai state recuperate. E che, adesso, sono state censite dal Comune per mettere in pratica un progetto di rivalutazione delle zone che ancora rimangono a testimoniare, in pieno paese, la devastazione che subì Porto Santo Stefano durante il conflitto bellico. Spesso queste aree, alcune situate nel centro storico, sono infatti ricettacolo di erbacce, animali e rifiuti, oggetto anche di lamentele presentate negli anni dai residenti. Nasce così un nuovo progetto del Comune.
"L’obiettivo dell’amministrazione è quello di riqualificare il centro storico – sottolinea l’assessore al Turismo Chiara Orsini –. Tra le brutture che abbiamo a Porto Santo Stefano ci sono le aree derute che, negli anni, sono sempre rimaste in quello stato. Ce ne sono ben 12, alcune veri e propri ruderi, altre rimaste come spiazzi inutilizzati. Pensiamo, ad esempio, all’area tra via Vivarelli e via Galli, quella tra via delle Vigne e via della Chiesa, in via San Paolo, sotto l’ex Onmi, sul lungomare dei Navigatori e nei pressi del giardino Borselli. Il procedimento è quello, in primis, di effettuare un censimento di tutte queste zone, cosa che abbiamo già fatto. Il prossimo passo sarà quello degli espropri, dopo aver individuato gli eredi che, in alcuni casi, non ci sono neanche più. In ottica di un progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana possiamo andare a creare in quelle aree qualcosa di attrattivo, come piazzette e angoli carini e vivibili. E creando una sorta di percorso che porti anche alla Fortezza, rendendo più dinamico e vivo il centro storico, che ad oggi ha bisogno di maggiore decoro".
"L’idea è di inserire qualcosa di artistico e culturale – aggiunge Orsini –. Rendendo, insomma, tutta quella parte del paese più attrattiva a livello turistico, creando una sorta di museo a cielo aperto con opere e, perché no, anche graffiti fatti ad arte. Le tempistiche? Bisogna prima effettuare gli espropri, ma intanto il censimento lo abbiamo già effettuato. Passerà dunque almeno un anno e mezzo per la parte burocratica, ma il procedimento è iniziato ed è già una buona base di partenza".
Andrea Capitani