
La Polizia amministrativa ha eseguito nelle ultime settimane numerosi controlli sulle attività di "Compro oro" in Maremma (sono oltre 20 quelle autorizzate, di cui 8 nella città di Grosseto) che si occupano di compravendita, all’ingrosso o al dettaglio, ovvero di permuta di oggetti preziosi usati. I controlli hanno riguardato anche possibili fenomeni di abusivismo nel settore del commercio dei preziosi. L’attività svolta dai Compro-oro, da sempre oggetto di particolare interesse da parte delle forze dell’ordine, è stata ulteriormente attenzionata dal personale della Questura, nell’attuale periodo di difficoltà economiche, proprio per il pericolo che il momento di fragilità delle imprese e delle famiglie, potesse favorire il rischio di illegalità e speculazioni in genere. Infatti, a questi esercizi commerciali, potrebbero rivolgersi coloro che sono costretti a vendere oggetti preziosi di famiglia per far fronte alle ordinarie esigenze. "Inoltre – spiegano dalla Questura – non raramente accade che malviventi tentino di ‘monetizzare’ il provento di furti cedendo la refurtiva ai Compro Oro. Per svolgere questa professione bisogna dotare il locale di specifici dispositivi di protezione passiva e attiva che garantiscano la sicurezza dei lavoratori e della clientela. L’idoneità viene attestata dopo un attento sopralluogo da parte di personale specialistico". La Polizia ha riscontrato, durante le verifiche, che le attività fossero effettivamente condotte dal titolare della licenza o dal rappresentante poiché potrebbe accadere che questi risultino invece semplici "prestanome". Per appurare eventuali manomissioni degli strumenti di peso nel corso delle ispezioni nei negozi di "Compro Oro" il personale ha utilizzato un oggetto metallico, del quale hanno preventivamente verificato con esattezza il peso, per riscontrare eventuali incongruenze ed inesattezze. Sono stati numerosi, dunque, i casi in cui l’analisi delle schede di vendita anche di anni precedenti ha consentito di dare il decisivo impulso alle indagini su furti in abitazione. Le verifiche non hanno accertato violazioni, mentre tra coloro che avevano venduto preziosi figuravano soggetti con precedenti, nei confronti dei quali sono in corso ulteriori accertamenti.