MATTEO ALFIERI
Cronaca

L’ultimo saluto a una leggenda. John Self, la stella che cambiò il baseball

Uno dei più grandi atleti del Bbc si è spento a 87 anni. Massellucci: "Fu la scintilla che ci rese grandi"

John Self tocca il cuscino di terza base in una gara all’interno dello stadio "Zecchini" dove il Bbc giocava prima che fosse realizzato lo "Jannella"

John Self tocca il cuscino di terza base in una gara all’interno dello stadio "Zecchini" dove il Bbc giocava prima che fosse realizzato lo "Jannella"

Grosseto, 4 maggio 2024 – Il primo turno in battuta lo fece al "Gianni Falchi", a Bologna. Era arrivato in auto accompagnato in fretta e furia dal presidente Morgantini che lo aveva preso su consiglio di Nick Testa.

Il Bbc Grosseto cercava spazio nel baseball dei "grandi" e serviva un battitore. Il primo giro fu un fallimento: mazza rotta. "Ma chi è questo?", iniziarono a rumoreggiare i compagni. Ma il turno successivo arrivò la scintilla: lo swing spedì la pallina sopra il tetto della casa che si trova oltre l’esterno centro dello stadio bolognese. Distanza stratosferica.

E nacque la leggenda di John Self. Era il 1972 e il Bbc da quel giorno non fu più lo stesso. Insieme ai giovani grossetani c’era quel formidabile prima base proveniente dai Phillies che nella notte tra mercoledì e giovedì se n’è andato all’età di 87 anni nella sua casa di Calgary. Lasciando un fiume tristezza ma anche di ricordi che nessuno potrà mai cancellare. Quello del coloured di Philadelphia è un nome che mette i brividi a chi ama il baseball a Grosseto: Self ha acceso la scintilla che ha fatto innamorare i grossetani al batti e corri. C’è un prima di lui e un dopo.

Nonostante i giocatori dalle incredibili doti tecniche si siano susseguiti su quel diamante, nel cuore degli sportivi (soprattutto di quelli che hanno avuto la fortuna di vederlo giocare) è rimasto uno spazio per John Self, zona inavvicinabile per tutti gli altri. Aveva 36 anni quando vestì la casacca del Grosseto. In città rimase due campionati, nel 1972 e nel 1973.

Prima aveva giocato con le organizzazioni di Saint Louis, Philadelphia e Atlanta. In Italia fu super: media "bombardieri" di 1125, poi 57 basi intenzionali, il maggior numero di punti segnati (64). Nella prima stagione firmò 21 fuoricampo: nessuno a Grosseto ha poi fatto meglio. Quando entrava nel box i lanciatori preferivano non giocarlo. Ma non a tutti andò bene: il 2 settembre del 1972 a Roma battè due fuoricampo mentre il lanciatore Palombi cercava di mandarlo in base. "Per noi era il fratello grande – dice Beppe Massellucci –. Tra noi e lui c’era una differenza abissale. Ci cambiò il modo di pensare dandoci sicurezza". Gli aneddoti si sprecano: "Quando giocavamo allo stadio di calcio colpì tre fuoricampo a Passarotto. Spedì la pallina oltre la ferrovia".

Nello spogliatoio si vociferava che fosse stato anche compagno di squadre di Hank Aaron. "Non so se fosse vero – chiude –, ma per noi valeva molto di più". Allo Jannella campeggiava uno striscione: "Self è Dio e Beppe il suo profeta". Mai definizione fu più azzeccata.

Matteo Alfieri