Impianti di risalita, preoccupano i costi

Entro il 2025 sarà necessario prevedere almeno un’importante opera di riqualificazione con una spesa di circa 500mila euro

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L’assenza di neve tiene i tecnici degli impianti a un riposo forzato. Seggiovie e skilift immobili sono il fermo immagine di un Natale da dimenticare e al tempo stesso l’inizio di un ragionamento da fare che è fondamentale per le sorti del turismo della neve su questa montagna. Così almeno la pensano gli impiantisti delle terre alte dell’Amiata che guardando con un certo timore che possa accadere anche sull’Amiata la fine ingloriosa che hanno fatto molte piccole stazioni sciistiche d’Italia. Nel futuro vedono due strade possibili da percorrere: o i territori riescono a catalizzare tutte le risorse pubbliche che sono previste ad esempio dalla legge di Bilancio, dalla Regione e dall’Europa, in un unico grande progetto che possa dare respiro e garantire servizi duraturi nel tempo, oppure che il pubblico intervenga come è già successo in Toscana e in altre regioni d’Italia (Val d’Aosta), acquisendo le strutture impiantistiche per poi affidarle con un bando di concessione a società private. Da anni sull’Amiata, ma anche in altre località sciistiche italiane, è emerso come gli impianti di risalita abbiano un costo elevato di manutenzione e gestione a fronte di ricavi che non riescono, neanche nelle migliori delle ipotesi, a coprire le spese. Solo a livello di manutenzioni ci sono quelle annuali, quelle quinquennali e quelle decennali. Ovvio che dopo tre anni dove le criticità si sono moltiplicate (covid, meteo, caro bollette) alle società private che gestiscono gli impianti di risalita i costi iniziano a pesare.

Sull’Amiata pesano ancora di più vista l’assenza di neve e soprattutto se si guarda al futuro. Nel 20242025, dopo 40 anni di attività, la seggiovia del Prato delle Macinaie, principale impianto di risalita della stazione, giungerà al termine della propria "vita tecnica", ciò pone la società Isa dinanzi a un bivio Due possibili soluzioni di scelta: o sarà oggetto di un’importante operazione di riqualificazione, oppure dovrà essere sostituita, in entrambi i casi, l’aspetto economico non è affatto trascurabile. Solo per avere un’idea, una seggiovia nuova adatta per il Prato delle Macinaie si aggira intorno al 4,8 milioni di euro. Sostituire alcune componenti meccaniche garantendo dunque la sicurezza e la corretta funzionalità dell’impianto per altri anni si aggirerebbe a circa 500mila euro. Numeri che, per come è lo stato attuale delle cose, sembrano insostenibili. Detto questo c’è però un dato che anche le amministrazioni locali e regionali hanno ben chiaro, ovvero che gli impianti di risalita sono lo strumento attraverso il quale ruotano gran parte dei servizi turistici invernali, la loro attività determina la presenza di turisti, al contrario il loro stop paralizza i flussi turistici.

Nicola Ciuffoletti