GreenPass, cento in piazza "Difendiamo la libertà"

Seconda manifestazione del gruppo di cittadini contrari all’obbligo vaccinale "Non è in discussione il siero, ma la possibilità costituzionale di dire ’no’"

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di Andrea Fabbri

Una stella (cometa) appuntata sul petto. Verde, non gialla. Con sopra scritto ’Articolo 13’. Il racconto della manifestazione – questa volta autorizzata dalla questura – di ieri pomeriggio in piazza Dante per difendere il diritto di scegliere se vaccinarsi o meno senza rischiare ritorsioni, sta tutto in questo simbolo. Un centinaio, forse qualcosa in più, di grossetani contrari all’imposizione surrettiza della vaccinazionazione anti-Covid "attraverso il ricatto del greenPass" si è radinato sotto Canapone con la stella cometa verde appuntata sul petto, un paio di bandiere e altrettanti cartelli volti a denunciare il "compimento di una dittatura strisciante". Non ci sono leader. Non c’è organizzazione. Una coppia di giovani genitori mette a disposizione uno stereo di quelli portatili e un microfono da karaoke per poter dare la possibilità a chi vuole di poter parlare. In piazza c’è certo l’avvocato Paolo Serra, consigliere comunale di Fratelli d’Italia ma si tratta quasi di una casualità. Perché Serra segue l’obbligo vaccinale da quando ha preso le difese di una quarantina di operatori sanitari dell’Asl Toscana Sud Est che si sono rifiutati di fare il vaccino. Ci sono anche anziani e bambini. Mamme, babbi. Una piazza tranquilla. Si sente qualche fischietto ogni tanto, ma niente di che. I manifestanti stanno insieme e si sfogano gli uni con gli altri della libertà che sentono scivolare tra le dita perché dal 6 agosto per fare molte cose dovranno esibire un documento: il GreenPass. Ecco dunque il perché della scritta ’Articolo 13’ al centro della stella cometa verde appuntata sul petto. È l’articolo 13 della Costituzione, che tra le altre cose a difesa dell’inviolabilità della libertà individuale afferma: "È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di liberta". Le persone che ieri erano in piazza e forse anche molte altre chiuse nelle case o sdraiate al mare si sentono minacciati dal GreenPass? Proviamo a chiedere. Ma in molti si negano ai cronisti visti – questa è la percezione – come espressione del potere prevaricatore. Alla fine è Tatiana Caluri che ci mette la faccia. Ci legge l’articolo 13 della Costituzione e poi: "Siamo qui a difendere la libertà e siamo pronti a qualsiasi altra forma di protesta, civile e non violenta. Perché la libertà non si tocca. Non si tratta del vaccino sì, vaccino no. Non è questo il punto. Il punto è la libertà individuale è inviolabile. Abbiamo il diritto di essere pienamente informati e invece pur non avendo informazioni a sufficienza su questo vaccino vogliono obbligarci, seppur indirettamente a farlo. Se non lo faciamo ci negano la libertà. Questo è il punto. Posso aver fatto anche 12 vaccini, sarei stata qui lo stesso, perché è in ballo il futuro anche dei miei nipoti. E non per colpa del virus, ma di chi vuole schiacciare la democrazia".