Fisascat Cisl chiama Ascom: "Affrontiamo il problema insieme"

Simone Gobbi: "È anche un problema di salari e l’ultimo tavolo concertativo su questo aspetto è del 1984. Aggiorniamolo"

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"Manca la manodopera qualificata perché le difficoltà degli ultimi tempi l’hanno spinta verso altri settori produttivi". Questa, in estrema sintesi, il punto di vista di Simone Gobbi, segretario generale della Fisascat Cisl Grosseto, sul problema dell’irreperibilità degli stagionali nel turismo. "Ho letto con interesse le dichiarazioni rilasciate a La Nazione dai rappresentanti di Fipe, Confcommercio e Confesercenti – dice Gobbi – e sono contento che quest’anno la questione degli stagionali nel settore turistico sia più pacata e meno demagogica. Le loro parole stimolano diverse riflessioni e vanno verso la formulazione di un’ipotesi per risolvere il problema".

Quali rifelssioni e quali soluzioni?

"Nel turismo i problemi che affliggono il lavoro, a mio avviso, sono quattro: la continuità salariale e contributiva, la formazione e la scuola, l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, la dinamica salariale".

Quale di questi aspetti pesa di più?

"Il turismo è il settore dove i lavoratori sono tra i più penalizzati in termini di ammortizzatori sociali. La Naspi ha introdotto un meccanismo di calcolo che non va a coprire l’intero anno se non si lavora almeno 8 mesi ed abbiamo una stagione estiva che negli anni si è ridotta sempre più. Se a questo sommiamo l’incertezza creata dalla pandemia abbiamo la tempesta perfetta. Da anni chiediamo un ammortizzatore sociale specifico per il settore turistico, ma il Governo nicchia".

E la formazione quanto incide sul problema della manodopera qualificata?

"Stando al rapporto Eduscopio, di tutti gli studenti che escono dai 28 istituti alberghieri presenti in Toscana, dopo 2 anni dal diploma solo il 49% svolge un lavoro coerente con gli studi effettuati. Anche nella nostra provincia la situazione è simile: il 70% dei ragazzi che si sono messi in gioco nel proprio settore hanno avuto un lavoro temporaneo e molto breve. Il turismo non garantisce loro quella garanzia di continuità salariale e contributiva necessaria per emanciparsi dal nucleo familiare e poter fare un minimo di programmazione per il futuro".

Come si contrasta il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro?

"Con uno strumento super partes come quello della bilateralità, in grado di contribuire alla creazione e al consolidamento dell’occupazione. Su questo il nostro Ente Bilaterale del Turismo (Ebtt) ha da sempre dimostrato una grande lungimiranza".

E sui salari come commenta?

"Ho apprezzato l’intervento di Gabriella Orlando sui salari poco competitivi. Condivido la sua lettura e lancio una proposta: mettiamoci a un tavolo e avviamo una contrattazione integrativa settoriale. L’ultima contrattazione settoriale provinciale, tra organizzazioni settoriali e l’associazione albergatori, risale al 17 maggio 1984. Tra qualche giorno sarà il compleanno di quell’accordo che compirà 38 anni e sarebbe un bel regalo iniziare nuovamente la trattativa".