Diabete, un pericolo per sedicimila persone

In aumento i pazienti colpiti dalla malattia, anche tra i giovani . La dottoressa Rizzo: "Il rischio di una malattia inizialmente asintomatica"

Analisi per diabete

Analisi per diabete

Grosseto, 2 dicembre 2019 - Sono 16 mila i pazienti diabetici in provincia di Grosseto. Sessantamila nella Asl Sud Est. Sono affetti da diabete di tipo 2, quello più diffuso. Un diabete che colpisce le persone adulte oltre i 40 anni di età e gli anziani, ma che adesso sta invertendo la tendenza e che vede persone sempre più giovani colpite da questa malattia. «L’anticipazione dell’età di insorgenza è dovuta a sovrappeso, obesità e sedentarietà» spiega la dottoressa Loredana Rizzo, responsabile della Uoc di diabetologia del Misericordia. Il 6,2% della popolazione italiana, pari a 4 milioni, è affetta da diabete secondo il rapporto Cineca Arno Diabete 2019 presentato a Bologna lo scorso 21 novembre.

Esistono variazioni regionali nella sua diffusione. Nelle isole e nel Sud il diabete di tipo 2, quello cioè non insulino dipendente, è più diffuso che a Nord ed è legato allo stile di vita. «Il diabete di tipo 2 quando si manifesta nei giovani ha bisogno di terapia insulinica e le complicanze sono più aggressive rispetto a quanto avviene nell’anziano – spiega Rizzo –. Responsabili dell’abbassamento dell’età nello sviluppo del diabete sono gli zuccheri aggiunti negli alimenti preconfezionati associati a mancanza di movimento e all’abitudine di giocare al computer.

 Il diabete è una malattia subdola. «Un altro problema – spiega Loredana Rizzo – è che molti non sanno di avere il diabete perché in fase iniziale non dà sintomi. Delle persone malate di diabete un milione non sa di averlo. È il diabete sommerso». Ma quali sono i sintomi? «Senso di stanchezza, affaticamento, difficoltà di concentrazione, infezioni urinarie, piede diabetico infetto, problemi renali e oculari. Nella maggior parte dei casi le persone si accorgono di avere il diabete quando sono colpite da infarto o da ictus».

Accanto al diabete di tipo 2 c’è quello di tipo 1, su base autoimmune e meno diffuso e colpisce il 10% dei diabetici. «Il tipo 1 - spiega Rizzo - insorge in età giovane e i malati devono sottoporsi a 4/5 iniezioni di insulina giornaliere. Il tipo 1 si riconosce perché è sintomatico a differenza del tipo 2, con dimagrimento, poliuria, polidipsia cioè bere tanto e polifagia ovvero fame intensa. Fra i sintomi la chetoacidosi con eventuale coma ma è raro perché oggi la malattia si riconosce velocemente».  

Quale è l’approccio al diabete? «È un un approccio multidisciplinare e personalizzato – spiega la responsabile di Diabetologia – con un piano di cura costruito sul paziente. Qui abbiamo percorsi diagnostici e terapeutici ma anche assistenziali e sociali. I pazienti hanno bisogno di un tessuto sociale con persone che collaborino per raggiungere l’obiettivo terapeutico. Alla diabetologia del Misericordia arrivano pazienti cronici scompensati che necessitano di terapie adeguate e con complicanze cardiovascolari, insufficienze renali o piede diabetico». La struttura complessa del Misericordia è collegata agli ambulatori delle zone di Orbetello, Follonica e Amiata.