"Con Capuano abbiamo perso tutto"

Racconto choc di una ex socia delle imprese di Luca Marchionni. "In teoria ero l’amministratrice, ma invece non decidevo nulla"

Giuseppina Maione della Dda di Firenze e Anna Pensabene della Procura di Gros

Giuseppina Maione della Dda di Firenze e Anna Pensabene della Procura di Gros

Grosseto, 24 gennaio 2020 - "Di fatto ero l’amministratrice di alcune società di Luca Marchionni, ma in realtà non decidevo niente". A dirlo è Vania Gianneschi è uno dei testi chiamati ieri dai pm Giuseppina Maione della Dda di Firenze e Anna Pensabene (nella foto) della Procura di Grosseto nel processo che vede il commercialista Evans Capuano imputato per estorsione insieme ad altre sei persone. Fra le società di cui Vania Gianneschi faceva parte la Hidalgo Srl e Fonte al Cerro Srl.

Gianneschi racconta di come la contabilità arriva nel 2007 nello studio di Capuano. "Il commercialista nel 2007 ci aveva lasciati perché non riusciva ad avere la documentazione contabile", racconta. Così nel 2007 la contabilità fu portata allo studio Capuano. "Le società storiche erano in sofferenza così Capuano nel 2010 ci consigliò di costituirne altre per avere fidi dalle banche e ripartire da capo", racconta Gianneschi. "Io ero amministratore ma non amministravo, non potevo avere contatti con banche o figure professionali, a questo pensava Luca Marchionni", riferisce. "Nel 2009 Hidalgo srl prese in gestione il camping Principina. Marchionni mi sottopose il contratto per la pulizia dei bagni da affidare a Angelo Murè. Mi sembrò un contratto oneroso, 750 euro al giorno e cioè 21mila euro al mese che secondo me era troppo. Proposi di assumere personale per farlo in proprio ma Marchionni rifiutò". Gianneschi ricorda che Murè era stato segnalato da Capuano e Marchionni insistette perché lei firmasse il contratto di appalto. La donna, rispondendo alle domande del pm Pensabene, ricorda di aver saputo solo successivamente dei ritardi nel pagamento di Murè. "Pagamenti di cui si occupava l’architetto, non io", precisa. "Nel 2011 seppi che c’erano state pressioni di Murè nei confronti di Luca Marchionni per essere pagato, Murè lo venne a cercare a casa nostra dove lo ospitammo per una settimana", aggiunge la donna.

La Gianneschi incalzata dal pm Pensabene parla del suo ruolo. "Mettevo firme sui documenti di assemblee soci, lettere di assunzione di dipendenti – prosegue –. Ho firmato anche tanti moduli in bianco. In realtà era l’architetto l’amministratore di fatto delle società. Non si sapeva dove fosse il confine fra una società e l’altra". Gianneschi rivela di essere "entrata in possesso anche di documenti che riportano la mia firma ma che io non ho mai firmato". Alla Gianneschi arrivano comunicazioni di accertamenti da parte dell’Inps e così chiese "allo studio Capuano copia della documentazione senza mai riceverla". Ad incalzarla è poi l’avvocato Riccardo Sensi, difensore di Murè anche lui imputato nel processo. "Mi sono accorta nel 2007 che c’era una gestione allegra del denaro che passava da una società all’altra. Era l’architetto a farla come socio di maggioranza" spiega Gianneschi. "I creditori si rivolgevano a lui, non a me – puntualizza –. Nel 2010 c’erano problemi nei pagamenti di fornitori e dipendenti e nel 2011 la nostra amicizia è finita quando le cose sono degenerate e le società stavano andando a rotoli". Poi forse la nota più amara. Vania Giannesch i e il marito avevano fornito fideiussioni a favore delle società di cui erano soci. "Il nostro patrimonio è andato all’asta. Eravamo solo noi a fare da garanti per queste società. Non abbiamo più credito dalle banche. Siamo stati lasciati soli". Angela D’Errico