Il giudice assolve il Comune: "Non fu condotta antisindacale"

Uil e Cgil attaccarono l’assessore Cerboni che aveva indetto delle assemblee. "Ora basta personalismi"

L’assessore Giacomo Cerboni era stato accusato dai sindacati Cgil e Uil

L’assessore Giacomo Cerboni era stato accusato dai sindacati Cgil e Uil

Grosseto, 18 ottobre 2019 - La Cgil e la Uil lamentavano la condotta antisindacale dell’assessore al bilancio, finanze e tributi con delega al personale del Comune di Grosseto Giacomo Cerboni. Secondo i sindacati Cerboni aveva convocato più assemblee con il personale dell’ente per discutere di orario di lavoro, contratto collettivo e progressioni orizzontali. Iniziativa questa che, secondo le organizzazioni sindacali della città, era stata considerata lesiva dei diritti sindacali in quanto violerebbe le prerogative a tutela del lavoratore «con la finalità di influenzare il dipendente – si legge – sull’indirizzo politico che il Comune intende perseguire. La facoltà di provvedere alla convocazione di un’assemblea è prerogativa delle associazioni sindacali, come detta la disciplina degli enti locali, con la quale si prevede il diritto dei dipendenti a partecipare a 12 ore di assemblea sindacale in ciascun anno solare».

Il giudice Giuseppe Grosso del tribunale di Grosseto, però, ha respinto il ricorso per una serie di motivi. Il giudice ha motivato la decisione che non può verificarsi una condotta antisindacale «perchè questa si verifica con ogni comportamento del datore di lavoro volto a impedire o limitare l’esercizio dell’attività sindacale, come le assemblee». Nella fattispecie «la convocazione di assemblee in orario di lavoro su materie di natura organizzativa» secondo il tribunale «non si ravvede alcuna restrizione e ostacolo al libero esercizio dell’attività sindacale» e poi «nessun concreto pregiudizio, in essere o in potenza, le sigle sindacali ricorrenti hanno saputo ascrivere all’iniziativa dell’assessore e del dirigente preposto se non quello di ritenere per ciò solo pregiudicata l’esclusiva delle convocazioni assembleari in orario di lavoro».

Nella norma infine, chiude il giudice «non si vede un divieto di favorire o indire riunioni tra lavoratori, a prescindere dalla loro appartenenza a un sindacato e non si vede come la «convocazione e la partecipazione possa avere effetto pregiudizievole». «Adesso vedo solo una priorità – ha commentato Giacomo Cerboni – che la delegazione trattante definisca urgentemente il contratto integrativo a tutela e beneficio dei lavoratori del Comune, mettendo da parte certi protagonismi».