REDAZIONE GROSSETO

Antonio Mussi, "la gioia" ma anche i dolori di un grande musicista

È difficile diventare un musicista professionista, soprattutto durante le guerre. Ma Antonio Mussi ce l’ha fatta. Nato a Orbetello nel...

È difficile diventare un musicista professionista, soprattutto durante le guerre. Ma Antonio Mussi ce l’ha fatta. Nato a Orbetello nel 1840, compie gli studi musicali all’Accademia Santa Cecilia di Roma (di cui diventerà socio di merito e ordinario) e consegue l’abilitazione all’insegnamento del clarinetto. Nel 1856 il municipio di Orbetello costituisce una banda filarmonica e Antonio entra subito a farne parte. Successivamente si trasferisce nella banda dei Veliti a Firenze. Ma è tempo di conflitti e nessuno può esimersi. Per questo, nel 1859 prende parte come volontario alla seconda guerra d’Indipendenza. Rientrato nella cittadina natale, gli viene affidata la direzione della banda "La Gioia", che mantiene finché non lascia Orbetello per dirigere le bande municipali di vari comuni italiani, come quella di Valentano, considerata la più antica del Lazio, dove viene assunto nel 1884. Qui trascorre quattro anni ricchi di soddisfazioni e riconoscimenti pubblici di merito. Nel frattempo, tuttavia, lo segnano due gravi perdite: quelle dei figli Nello e Irene. Nel 1889 torna all’Argentario, dove riprende la direzione de "La Gioia". Verso fine Ottocento lascia definitivamente Orbetello (che dopo la sua morte gli intitolerà una strada) per trasferirsi a Rapallo, dove lavorerà intensamente e morirà nel 1918, a pochi mesi dalla fine del primo conflitto mondiale. Rossano Marzocchi