Terroristi, il 23enne arrestato a Firenze sceglie il rito abbreviato

Faceva parte del gruppo di 10 pakistani con base principale a Genova, legati all’attentatore dell’ex sede di Charlie Hebdo

Controli antiterrorismo ( foto Ansa)

Controli antiterrorismo ( foto Ansa)

Firenze, 16 maggio 2023 – Era stato arrestato a Firenze il 23enne Noman Akram. Faceva parte del gruppo che aveva una delle basi principali a Genova, nel quartiere di San Benigno.

I dieci pakistani erano stati arrestati lo scorso anno, ritenuti una cellula terroristica collegata al 'Gruppo Gabar', a sua volta legato a Zaheer Hassan Mahmoud, il 27enne che a settembre del 2020 attaccò la ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, ferendo a colpi di mannaia due persone. Sono tutti accusati di associazione terroristica internazionale e otto di loro hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato. 

Gli avvocati di altri due indagati, uno dei quali latitante, continueranno a discutere l'udienza preliminare il 30 maggio al termine della quale potranno essere rinviati a giudizio o prosciolti. L'abbreviato, davanti alla giudice Marina Orsini, è previsto per il 12 luglio e la sentenza potrebbe arrivare a settembre. Secondo quanto ricostruito dalla Digos, coordinata dal pm Monica Abbatecola, in manette finirono Yaseen Tahir, 24 anni, fermato a Reggio Emilia e ritenuto il capo, Ahmad Waqas, 32 anni, fermato a Chiavari, Tasawar Iqbal, 29 anni, a Genova, Noman Akram, 23 anni, preso a Firenze, Nauman Alì , 23 anni, fermato a Treviso; Shoeb Aktar, 27 anni arrestato a Bari, Raan Nadem detto «il maestro», 33 anni, bloccato in Francia. Alì Moksine è ancora latitante. A questi si sono aggiunti due personaggi ritenuti minori estradati nei mesi scorsi dalla Francia.

Il gruppo si stava organizzando per trovare sede e armi. Il capo della cellula italiana, con lo status di rifugiato politico dal 2015, era stato arrestato in Francia nel febbraio 2022 perché trovato mentre girava per strada con un coltello. Dopo due mesi era tornato a Chiavari da dove poi era partito per l'Emilia Romagna.

La Digos, guidata dal primo dirigente Riccardo Perisi, ha ricostruito la rete di rapporti e di contatti e ha scandagliato il web dove il gruppo pubblicava video sui social mostrandosi con machete, fucili e kalashnikov. Due mesi prima dell'attentato sotto l'ex sede di Charlie Hebdo, alcuni degli arrestati si erano fatti una foto sotto la torre Eiffel con l'attentatore e l'avevano postata sui social scrivendo «abbiate un po’ di pazienza… ci vediamo sui campi di battaglia». Maurizio Costanzo 

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