BENEDETTO FERRARA
Sport

Zucchero e sogni, l’estate dei ribaltoni. Pioli e i bei pensieri. Ma ricordiamocene nei momenti difficili

Incredibile. Il nostro mondo si è ribaltato dentro un’estate piena zeppa di bei pensieri. Tutti dalla stessa parte: nessun litigio,...

Tifosi della viola che condividono momenti di gioia e sofferenza durante la partita

Tifosi della viola che condividono momenti di gioia e sofferenza durante la partita

Incredibile. Il nostro mondo si è ribaltato dentro un’estate piena zeppa di bei pensieri. Tutti dalla stessa parte: nessun litigio, mugugno, lamentela. Anzi, quintali di zucchero, di belle parole, di sogni che sembrano a portata di mano. Tutto è cominciato col rinnovo di De Gea. Poi il riscatto di Gud e quindi Kean che rifiuta i soldi arabi perché alla fine i soldi non sono tutto, concetto che nel calcio di oggi sembra quasi una imprecazione. Ma come? Noi da anni abituati a gente che scappava di notte o presentava certificati medici improbabili come quelli che mandavamo noi a scuola per evitare una interrogazione terrorizzante. Non sembra vero. Sì, c’è una atmosfera diversa e positiva. Ecco Pioli, uno guelfo per definizione, che mette tutti d’accordo, anche guelfi bianchi (fautori del suo ritorno) e guelfi neri (che tifavano per Sarri). Perché in quanto a fazioni non ci siamo fatti mancare niente.

Gli opinionisti fanno a gara a chi è più suo amico, molti lo chiamano Stefano, perché c’è chi è davvero cresciuto con lui, prima giocatore poi allenatore, quindi pronto per il terzo tentativo con tanto di citazione Champions, che è esattamente quello che Firenze chiede alla società e alla squadra. Perfino Allegri ha dato una mano a Pioli con un assist che vale un gol. “Lui non ci mette tra le concorrenti per la Champions? Beh, ho già scritto le sue parole sulla lavagna che abbiamo nello spogliatoio…”. Come dire: la motivazione prima di tutto. Si chiama orgoglio. Forse però sarebbe stato bello chiedere ad Allegri perché ha omesso il nome della Fiorentina dalle pretendenti alla zona Champions. Magari è stata solo una dimenticanza. Ma questo poco ci importa, è l’effetto orgoglio che ci interessa.

Pioli normalizzatore, umile, empatico, educato, gentile, motivatore, comunicatore lontano dall’egopatia dilagante, Pioli che se passa sul Ponte all’indiano i lavori in corso spariscono e il traffico inizia a scorrere che è un piacere. Tutto fantastico. E va bene così. Firenze aveva bisogno di questo. L’importante è ricordarsi di tutte queste belle parole quando magari arriverà un momento complicato, quello che capita a tutti, anche a chi punta in alto. E comunque, tenendo conto delle conferme dei migliori nella speranza che non accada nulla di clamoroso da qui alla fine del mercato, è anche giusto ricordarci che manca qualche pezzo pregiato a centrocampo, problemino non di poco conto che la società comunque sta cercando di risolvere. D’altra parte Geho (ormai si chiama così), Fazzini e Viti sono già tre affari di un certo peso. A proposito, se aggiungiamo anche Martinelli in questa squadra ci sono ben tre tifosi dichiarati di fede viola. Insomma, appare chiaro un dato: se ci fosse stato lui Dante Alighieri non sarebbe mai stato ceduto al Ravenna. Come dire: “E infine uscimmo a riveder Pioli”. Forza mister. Ps. Ma i ghibellini dove sono finiti?

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