Meteora Mariotto Amico di Baggio

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Stavolta iniziamo dalla fine. Dopo le esperienze a Benevento, Salerno, Monopoli e quindi in Svizzera, come direttore sportivo, è rimasto nel mondo del calcio con un ruolo diverso. Già, perchè Massimo Mariotto, nato il 12 febbraio del 1966 a San Stino di Livenza (a due passi da Venezia), adesso si occupa di scouting e mercato, con un’agenzia di settore. La sua specializzazione è per il continente africano, un contesto completamente diverso rispetto a quello europeo. Bene. Ma cosa c’entra la Fiorentina. Tanto o poco a seconda di come si gira la lavagna: quella di Agroppi nell’estate del 1985. Era già a Firenze l’estate precedente, senza però scendere in campo, se non in Primavera, arrivato con tante speranze dal Conegliano. Agroppi lo porta addirittura in ritiro con i grandi, come si vede dalla lavagna e dalle indicazioni del tecnico di Piombino: è l’unica ’foto’ che testimonia la presenza di Mariotto in viola. Grandi, dicevamo, ma davvero visto che a Serramazzoni ci sono tra gli altri Passarella, Socrates (poco dopo però tornerà in Brasile con il Flamengo), Oriali e Antognoni. Per dire.

In viola gioca anche un’amichevole: la prima della stagione con il Serramazzoni, entrando nella ripresa proprio al posto del Dottore brasiliano, lui centrocampista filiforme come Socrates, dai piedi buoni. Spettatori di quella amichevole gli acciaccati Galli, Pin, Massaro, Oriali, Antognoni e anche un giovanissimo Roberto Baggio. Già, proprio il ’Divin Codino’ con il quale Mariotto instaura un rapporto davvero fortissimo, tanto che – lo rivelerà di recente – era lui ad accompagnare il futuro fuoriclasse ogni giorno a fare riabilitazione. Legame che ancora oggi li porta a sentirsi spesso.

La stagione però, non è positiva per la Fiorentina e Mariotto non gioca, ma ruba con gli occhi i segreti dei fuoriclasse, poi a inizio stagione la chiamata del Mestre poi quella decisiva della Reggina ed a Reggio dove porta i calabresi in serie B. L’ultima apparizione in serie A però è proprio a Firenze: gioca al Comunale con l’Udinese il 23 maggio del 1993 terz’ultima gara subentra a Branca nel 2-2 che di fatto sancisce l’incredibile retrocessione viola.

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