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Fiorentina, Pradè: "Siamo un'ottima squadra. La fascia di capitano a Chiesa? Un errore"

Il direttore sportivo viola commenta il calciomercato appena concluso: "Una squadra forte, completa. Federico voleva andare via"

Il direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè (Germogli)

Firenze, 6 ottobre 2020 - "Secondo me abbiamo un'ottima squadra. Una squadra forte, completa, che logicamente è in un percorso di crescita. Dalla fine del mercato scorso abbiamo cambiato, a oggi, 19 elementi. Di titolari sono rimasti solo Pezzella e Milenkovic, gli altri sono Dragowski che è andato a Empoli, Biraghi che è andato all'Inter e Vlahovic che era un ragazzo", inizia così la conferenza stampa di fine mercato del direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè. "Siamo partiti da un parco giocatori dell'anno scorso di 75 giocatori e stiamo pian piano 'ripulendo' quel che non consideravamo valido per la prima squadra. Abbiamo fatto tanto, alla fine sono rimasti tre giocatori che non dovrebbero far parte del progetto", continua il ds della Viola.

"La squadra adesso deve prendere consapevolezza: abbiamo fatto un'ottima partita col Torino e abbiamo vinto, abbiamo fatto una grande prestazione a Milano e abbiamo perso immeritatamente. Non ci aspettavamo la partita con la Samp, ma era un momento particolare col mercato ancora aperto a pochi giorni dalla chiusura. Questa squadra la sento nostra, del presidente, mia e di Joe Barone, andava ricostruita e ora i risultati ci daranno ragione o torto", precisa ancora.

Riguardo a Federico Chiesa, Pradé torna sulla questione della fascia da capitano affidatagli nella sua ultima partita in viola: "E' stato un errore, abbiamo sbagliato a dargli la fascia da capitano".

Per il direttore sportivo viola, la cessione di Chiesa "è stata un'operazione vantaggiosa per la Viola. Non penso ci sia rapporto se da una parte l'amore non è corrisposto. Perciò credo che sia a livello economico sia a livello sportivo per noi è stata un'operazione ottima. Siamo arrivati all'ultimo giorno perché c'erano tante piccole cose. Dovevamo allungargli il contratto, ma non è una cosa semplice, gliel'abbiamo allungato per altri 3 anni ma non è stato semplice. Così come non è stato semplice trovare le forme di pagamento. Sono contento che adesso ci siamo tolti di questo peso: era diventata una telenovela, si parlava solo di questo e non della squadra -ha precisato Pradè-. Tante volte alla famiglia Commisso ho detto che era giusto fare questa operazione, loro gli hanno dato tanto amore e l'avrebbero tenuto volentieri, però non c'erano i presupposti per farlo. Soprattutto per il papà di Chiesa, non siamo mai stati una situazione per il futuro, ma un veicolo per poter arrivare ad altre situazioni".

Il ds viola ha parlato anche delle condizioni economiche: "A livello economico era l'unico modo per poterla fare. In questo momento del mercato devi per forza essere creativo per fare le operazioni. Per Chiesa abbiamo avuto due interessamenti molto importanti da due club inglesi ma lui voleva rimanere in Italia, e in Italia non c'era altro che questa possibilità. 60 milioni nel post Covid sono veramente tanti. Le condizioni di Rocco erano: giusta cifra (60 milioni) e rinnovo di contratto per altri 3 anni alle stesse cifre attuali. Sono condizioni che sono state rispettate".

"La situazione di Milik è sempre stata molto chiara da parte sua: voleva rimanere lì e alla fine lo ha ottenuto. Non è che ha detto 'no' alla Fiorentina, ha detto 'no' al mercato", spiega Pradè. "De Paul non ci sarebbe servito. Poi secondo me state sottovalutando Callejon: ci ha aspettato fino alla fine, ha sposato le nostre idee e io sono felice che al posto di Chiesa ci sia Callejon".

Alla soddisfazione di Pradè sul meercato fatto, non corrisponde un medesimo atteggiamento della tifoseria. "E' normale che ci siano scetticismi _ dice Pradè_  sono anni che la Fiorentina non è nel posto che gli compete. Penso di conoscere ormai bene Firenze, penso anche meglio di tanti fiorentini. Non è presunzione, è solo che amo girare la città e ascoltare. Lo scetticismo nasce da tutti gli anni passati, noi dobbiamo ricreare entusiasmo che si ricrea con le vittorie e la continuità. Tutte le altre cose se ne può parlare, che dico a fare che l'obiettivo è l'Europa League? L'obiettivo è vincere più partite possibile. Noi abbiamo la fortuna che Firenze i calciatori te li porta da sola: Callejon ha scelto Firenze non la Fiorentina, lo stesso è stato per Ribery", conclude Pradè.