Belotti a Torino, ma per lui nessun applauso. Così il popolo granata lo considera "traditore"

Andrea Belotti, ex idolo del Torino, affronta il suo passato domani sera a Torino con la Fiorentina. Dopo il trasferimento alla Roma, il rapporto con i tifosi è teso. In cerca di riscatto, il Campione d'Europa si prepara a sfidare il suo passato e guardare al futuro.

L’attesa è tanta anche a Torino. Perché domani sera non torna a sfidare il suo passato uno qualunque. Andrea Belotti in granata ha lasciato il segno: 251 presenze e 113 gol. Ha rappresentato per sette anni un porto sicuro, spesso l’uomo della provvidenza in partite anonime e stagioni grigie. Il lungo addio ha sfilacciato un rapporto d’amore intenso. Il passaggio alla Roma a titolo gratuito, il voler tirare a ogni costo un calcio di rigore la prima volta da avversario all’Olimpico. Elementi che hanno contribuito a un astio profondo. Lo scorso aprile il primo ritorno nello stadio che lo ha visto sbocciare. "Non ti possiamo insultare perché non ti fanno giocare". Striscione fine, dal sapore di rivincita. Rimase in panchina tutta la gara. Ma un assaggio di quel che potrebbe essere domani, in questa stagione ce l’ha già avuto il 24 settembre. Roma di scena a Torino, Mourinho gli ‘regala’ i tre minuti finali. Fischi assordanti come da copione. Difficile che il cambio di maglia possa attutirli, anche se vederlo con quella della Fiorentina può fare un effetto diverso su qualcuno.

Resta una partita complicata per il ‘Gallo’, alla ricerca del secondo gol in maglia viola per proseguire la corsa europea. Da giocatore del Toro è diventato anche Campione d’Europa con la Nazionale. Adesso ha scelto Firenze per provare a rigiocarlo quello stesso Europeo. Scherzi del destino e di un ciclo destinato a chiudersi la prossima estate. Prossima tappa stadio Olimpico, contro il passato per strizzare l’occhio al futuro.

Alessandro Latini

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