
Superchi, Rogora, Mancin... e gli altri otto a seguire, snocciolati come grani di un pagano rosario, mantra inseparabile di chi ha la viola nel cuore. Perché chi ha vinto lo scudetto qui ha il nome scolpito nel marmo. Insieme ad altri che hanno contribuito a fare grande e indimenticabile il nome della Fiorentina a spasso nei quasi 100 anni di storia del giglio. Il nostro non sfugge a questa logica, perché Claudio Bandoni da Ponte a Moriano di quella frizzante squadra era il secondo portiere. Quello che entra se proprio non casca il mondo, oppure per partecipare alla festa di una stagione storica, irripetibile come in campionato 19681969, culminato con il secondo scudetto. Il più improbabile, ma meritatissimo. Che Bandoni ha portato sulla maglia anche nella stagione successiva, lasciando Firenze nel maggio del 1971, passando al Napoli. Città con la quale – con tutte quelle dove ha giocato, per la verità – instaura un rapporto speciale. Quando smette con il calcio, non chiude con lo sport, tanto che prima della pandemia e della chiusura forzata, per festeggiare i suoi 80 anni ha deciso di inforcare l’amata bicicletta e fare il Tour delle città dove ha giocato. Un giro della pace, come lo ha definito lui, per unire le tifoserie spesso rivali. Oggi abita a Verona, dove non ha giocato, ma ha trovato la compagna di una vita. "Dall’Arena al Vesuvio, dal Bentegodi al San Paolo", il titolo della pedalata. Missione compiuta. Chissà che non possa ripetere un’altra iniziative delle sue. Classe ’39 e volontà di ferro. Come è sempre stata la sua vita, all’insegna del fair play e del rispetto. Avanti così.