Alex, l’Orlando che non ha lasciato il segno

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Per tutti era, è, e sarà, "l’altro Orlando". Dove il primo rimane ovviamente Massimo e il secondo, appunto, lui, Alessandro.

Anche lui, fral’altro e proprio come Massimo era arrivato a Firenze dalla Juve, ma l’esito della sua parentesi in viola è stato assolutamente diverso. Detto questo la carriera "dell’altro Orlando" pareva comunque una bellissima pista in discesa. Il Milan, il passaggio alla Juve, nella pregiata operazione Di Canio, quindi la Fiorentina.

Difensore di buona categoria, ragazzo per bene, quotazione di mercato di fascia alta, Orlando però, a Firenze, vide franare gran parte delle aspettative sul suo conto a causa di un brutto infortunio. Tanti mesi di stop e poi il faticoso tentativo di riguadagnare spazio ed entusiamo in un clima (quello di società e squadra) che, come ha confidato successivamente, non gli ha mai "regalato un feeling positivo e incoraggiante".

La stagione, diventata una mini-stagione, di Alessandro nella Fiorentina si regge sun una manciata di apparizioni (solo 7 come recitano gli almanacchi). Apparizioni che mai e poi mai avrebbero potuto convincere anche solo un rappresentate della società a spingere nella direzione della sua conferma.Orlando inizia a guardarsi attorno e obiettivamente il mercato non gli concede chance appetitose. Si sblocca solo l’idea di un ritorno a casa, nella sua Udinese, ovvero da dove avena iniziato la rincorsa verso il grande calcio. E mai avrebbe immaginato di trasformarsi in una meteora. Con la maglia viola.

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