
Alberto Bettiol
Firenze, 27 maggio 2021 - Ad Alberto Bettiol, vogliono bene tutti. In Lunigiana dove lo ricordano ancora per il successo da juniores nel Giro del 2011, a Mastromarco dove ha gareggiato per la locale società adottata anche da Vincenzo Nibali ed alla quale anche lui stesso ha dato una mano una volta nei professionisti sotto l’aspetto sponsorizzazioni tecniche, a Poggio a Caiano presso il negozio “A Ruota Libera” dell’ex professionista Juri Naldi e di Fabio Fabio, figlio del compianto ex corridore Fabrizio.
Non parliamo poi della zona empolese e della Valdelsa con Castelfiorentino in primis dove ha abitato per tanti anni e dove abitano ancora i suoi genitori.
Per questi motivi e per tanti altri, come il carattere, la disponibilità, l’educazione, il rispetto, la sua prima vittoria in una tappa del Giro d’Italia è stata salutata con enorme piacere da tutti. Il vincitore del Giro delle Fiandre, dopo altre prova brillanti in questo Giro ha vissuto la sua grande giornata con un finale esaltante quando si è riportato sul fuggitivo Cavagna e poi lo ha staccato per andare a cogliere alla sua maniera la vittoria sul traguardo di Stradella La sua gioia nel dopo corsa è stata incontenibile, come ha espresso per un attimo prima della premiazione ufficiale quando è stato fermato da Alessandra De Stefano al “Processo alla Tappa“. Alberto Bettiol è fiume in piena, la vittoria lo ha letteralmente esaltato:
“È stato un successo voluto e cercato, avevo già perso un paio di occasioni e sapevo che questa era forse l'ultima opportunità. Ieri ho lavorato per Carthy, che non ha avuto una buona giornata ma è poi sempre quinto in classifica, stamattina mi ha dato l'ok. Mi ha detto di provarci e di divertirmi. È sempre difficile centrare la fuga nella terza settimana, ma quando è questione di gambe e non di fortuna qualcosa di buono riesco sempre a combinare”. Una vittoria che inseguiva da sempre al Giro.
“Lo ripeto, era una delle ultime chance e nel finale ripensavo al Fiandre di due anni fa, c'era Breschel in ammiraglia che mi dava il distacco ma i chilometri non passavano mai... Da quando sono andato in fuga stamane, pensavo a Mauro Battaglini, che l'anno scorso se n'è andato: era il mio procuratore e per me era un secondo padre, spero che da lassù mi abbia guardato, ed il gesto che ho fatto guardando il cielo era ricordando Mauro. E dopo questo successo un saluto a tutti i miei tifosi e agli sportivi toscani in particolare, la mia regione ciclistica da sempre”.