Maria Amelia Monti: "La mia Miss Marple, pettegola e geniale"

Per la prima volta nella storia del teatro italiano, la più famosa detective di Agatha Christie sarà alla Pergola di Firenze fino al 20 gennaio

Maria Amelia Monti

Maria Amelia Monti

Firenze, 17 gennaio 2019 - «Miss Marple è una donna pettegola, ma questo carattere le permette di essere curiosa nei confronti di quello che le succede intorno. È sola, per cui ha tanto tempo a disposizione per ragionare e interessarsi delle cose. E’ specializzata nell’osservazione dei dettagli e utilizzando questa capacità, riesce a risolvere i casi. In verità poi, forse Agatha Christie non la voleva neppure far diventare un personaggio. Ma alla fine è venuta fuori».

Per la prima volta nella storia del teatro italiano, la più famosa detective di Agatha Christie sarà alla Pergola fino al 20 gennaio. Protagonista Maria Amelia Monti, regia di Pierpaolo Sepe. Titolo: «Miss Marple: giochi di prestigio». Adattamento al romanzo di Edoardo Erba.

Monti, è bello anche lavorare con un marito drammaturgo, no?

«Sì perchè anche questa volta è riuscito a creare una commedia contemporanea, che la regia di Sepe valorizza con originalità, senza intaccare l’inconfondibile spirito della Christie. Gli eredi della scrittrice hanno concesso i diritti a Edoardo».

Di Miss Marple si sa poco in effetti.

«Ci sono 14 romanzi gialli e nessuna commedia. E di sicuro è la prima volta che si racconta di Miss Marple a teatro. Abbiamo studiato le sue caratteristiche, anche perchè nei racconti non è così ben definita come Poirot, per esempio. Diciamo che Agatha Christie è stata vaga: ogni tanto nei romanzi appariva questa vecchietta che aiutava la polizia. E a un certo punto deve aver visto che funzionava e l’ha fatta personaggio».

Che idea si è fatta di lei?

«Se vai a leggere i racconti, vedi che in uno è grassa, in un altro è magra, poi totalmente diversa. Che ha il problema delle lumache che le mangiano le piante, e che ha un oleandro spiritoso che le cambia colore dei fiori ogni anno. Ma sostanzialmente Miss Murple è una pettegola».

E la sua Miss Marple?

«All’inizio mi ero quasi offesa di intepretare un ruolo così, da scontrosa e bruttina. Da donna che a volte bevucchia anche un po’, lavora a maglia e vive in questo paesino chiamato San Benedicte. Poi, invece, l’ho presa bene e mi sono anche divertita».

Difficoltà in scena?

«Ho fatto abbastanza fatica a entrare nel personaggio, a capire l’equilibrio da tenere nello spettacolo. Fare Agatha Christie non è facile anche perchè si rischia di cadere nel filodrammatico. C’è una miscela delicata da rispettare e dare un’eleganza, una crebilità e una lettura nuova e più moderna non è tanto semplice per nessuno. Nè per noi in scena nè per Edoardo».

Dunque?

«Non nego che ci siano state grandi litigate di gruppo: per poi arrivare a una produzione che piace sia a noi che recitiamo che agli spettatori. Sì, sono soddisfatta».

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