Il Maggio più forte anche del Covid

Dopo Jessica Pratt anche Daniele Gatti è risultato positivo ma il finlandese Saraste tiene alto il livello

Jukka-Pekka Saraste (foto da sito Maggio Fiorentino)

Jukka-Pekka Saraste (foto da sito Maggio Fiorentino)

Firenze, 18 giugno 2022 - Il Teatro del Maggio ha dimostrato di saper far fronte ai ripetuti attacchi della sfortuna sotto forma dei colpi di coda del perfido virus duro a morire. Dopo Jessica Pratt anche Daniele Gatti è risultato positivo al covid costringendo a rinviare le ultime repliche della Ariadne di Strauss mentre per l’atteso concerto del direttore principale si è ricorsi a una degna sostituzione. Il bellissimo programma collegato ai temi del mito e dell’amore dominanti nel cartellone di questo festival è passato dunque nelle mani di Jukka-Pekka Saraste, famoso direttore finlandese da molti anni assente da Firenze, che lo ha confermato integralmente e restituito nel migliore dei modi nonostante un tempo limitato di prove.

Le storie d’amore di tre celebri coppie, Romeo e Giulietta, Pelléas e Mélisande e Dafni e Cloe, nelle interpretazioni musicali di Berlioz, Fauré e Ravel sono state ricreate da Saraste con una lucentezza tecnica e un’attenzione ai minimi dettagli che non escludevano il calore e la tensione del racconto. Così nel teatro immaginario di Berlioz, dove gli strumenti incarnano con bruciante passione romantica le voci degli amanti di Shakespeare come nella pudica e raffinata atmosfera estetizzante delle musiche di Fauré per il dramma di Maeterlinck e nel fastoso affresco ispirato a Ravel dal romanzo erotico di Longo Sofista, assegnando a ogni pagina la giusta cifra stilistica e il tono espressivo più appropriato in una cornice di trasparenza timbrica e asciutta essenzialità.

Un magnifico concerto al quale l’Orchestra del Maggio, subito entrata in perfetta sintonia con il direttore, ha contribuito con esecuzioni di ammirevole fattura, sia per la morbida bellezza di impasti dell’insieme, sia per le tante pregevoli uscite solistiche fra le quali meritano almeno di essere ricordate quelle del flautista Mattia Petrilli in Ravel.

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