L'allarme della Cgil: “A Firenze forte precarietà legata al turismo”

Nel 2022 solo il 12,6% dei contratti offerti era a tempo indeterminato

Firenze, turismo

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Firenze, 23 agosto 2023 - A Firenze e nell'area metropolitana si conferma un'offerta di lavoro fortemente precaria, dovuta soprattutto alla forte incidenza del turismo.

Nel 2022, dei circa 270 mila lavori offerti nel 2022, appena il 12,6% era a tempo indeterminato; la maggioranza assoluta (il 52%) era rappresentata contratti a termine, a cui vanno aggiunti oltre il 10% in somministrazione e poco più del 7% intermittenti.

A tracciare il quadro sono Cgil e Filcams di Firenze con Gianluca Lacoppola e Maurizio Magi. "Le principali cause di questa offerta di lavoro precaria sono da ricondurre, a grandi linee, oltre che alle norme sul lavoro, alla forte flessibilità delle produzioni, e più in generale delle attività economiche, e a un tessuto economico poco predisposto da un lato al rischio di impresa e dall'altro agli investimenti sul lavoro".

Il quadro però non è uniforme in tutta la Città metropolitana. Nei territori a maggior vocazione manifatturiera e a scarsa incidenza turistica (come l'Empolese e la Piana fiorentina) le assunzioni a tempo indeterminato sono intorno al 20% e maggiore è l'uso dell'apprendistato (doppio rispetto alla media metropolitana). Nel capoluogo, invece, è tutta un'altra storia. "Firenze si contraddistingue per essere un condensatore di precarietà. I contratti a tempo indeterminato sono stati meno del 9% del totale dei lavori offerti nel capoluogo, mentre quelli a tempo determinato sono stati il 50%. - aggiungono i due esponenti della Cgil -. Come già sottolineato dall'Irpet, l'estrema precarietà offerta a Firenze è spiegabile con la forte incidenza dell'industria turistica. Una vocazione quasi monocolturale che, nonostante ormai abbia perso i tratti della stagionalità, non ha perso quelli della precarietà".

In un contesto di sostanziale parità di genere nell'avviamento al lavoro (51% di donne e 49% di uomini), il rapporto varia a inverte a seconda del tipo di contratto: prevalenza di uomini per tempo indeterminato e apprendistato, più donne in caso di somministrazione e lavoro domestico, mentre per i contratti a termine si registra un sostanziale equilibrio.

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