ILARIA BIANCALANI
Firenze

Barberino tra lacrime e polemiche: Don Luciano trasferito a Firenze

Dopo 14 anni di permanenza nella parrocchia chiantigiana arriverà nella Chiesa di San Piero in Palco a Gavinana

Un prete (foto di repertorio)

Barberino Val D'Elsa, 24 settembre 2015 - Quella di domenica prossima, per don Luciano Marchetti, sarà l'ultima Messa celebrata nella Propositura dei Santi Bartolomeo e Stefano di Barberino Val d'Elsa. Fra i cambiamenti di vicariato recentemente disposti dal Cardinale Giuseppe Betori, c'è infatti anche il suo trasferimento nella Chiesa di San Piero in Palco, nel quartiere fiorentino di Gavinana, dopo 14 anni di permanenza nella parrocchia chiantigiana.

E insieme alle lacrime non mancano neppure le polemiche; c'è infatti chi si è rivolto a La Nazione per lanciare un ultimo accorato appello al Vescovo in persona. "Abito a Firenze, ma frequento da sempre la parrocchia di Barberino; – afferma Maria Rosa Rossi – per questo sono rimasta molto male quando ho appreso la notizia del trasferimento di don Luciano: trovo che non sia una cosa giusta spostare un sacerdote come lui che, con i suoi modi garbati, aveva richiamato tante persone in parrocchia, anche molti giovani".

E quello della signora Maria Rosa non è semplicemente uno sfogo, quanto un tentativo di convincere il Cardinale Betori a rivedere la sua decisione. "Il ferro deve essere battuto finché è caldo; – prosegue – io mi appello al Vescovo e spero che lo Spirito Santo lo illumini: quando una cosa è fatta bene e porta frutto, come don Luciano a Barberino, non si scardina, non si sciupa". Parole di comprensione giungono invece dal Coro della Cappella Musicale di San Bartolomeo. "Siamo dispiaciuti – dice il direttore del coro, Gian Piero Cencetti – ma rispettiamo il volere del Vescovo: don Luciano lascia la parrocchia perché ha fatto il voto dell'ubbidienza".

E il diretto interessato, don Luciano, pur accettando pienamente quanto deciso dal Cardinale, non nasconde il risvolto umano della vicenda. "Evidentemente ci si affeziona alle persone a cui siamo affidati; – spiega – dopo 14 anni si lasciano dei rapporti, delle iniziative già avviate e anche dei luoghi. Fra l'altro io sono nato a San Casciano, ma in questi anni qui a Barberino mi sono sempre sentito a casa. Quando ho saputo che la mia nuova parrocchia sarebbe stata cittadina, ho espresso al Vescovo le mie paure: in fondo sono sempre stato un prete di campagna".

Negli ultimi giorni permanenza don Luciano ha scelto di dedicarsi ai malati e agli anziani, recandosi da loro. "E' commovente e doloroso – conclude – sentirsi dire che in me avevano trovato, oltre a un parroco, un amico".