Tante firme per una petizione. Appello al Presidente Mattarella

L’idea del Maestro accolta da artisti e intellettuali

Cristiano Chiarot, Nicola Piovani, Riccardo Muti, Mika e Carlo Fuortes

Cristiano Chiarot, Nicola Piovani, Riccardo Muti, Mika e Carlo Fuortes

Firenze, 15 luglio 2018 - Non appena il Maestro Muti ce ne ha parlato, al Maggio abbiamo subito fatta nostra la sua proposta e con lui abbiamo lanciato l’appello al presidente Sergio Mattarella e del quale il maestro è il primo firmatario. Sia nel Salone dei Cinquecento quando pochi giorni fa abbiamo ricordato con lui i cinquant’anni del suo debutto fiorentino e poi anche al termine delle due strepitose e memorabili recite del Macbeth, il Maestro con il calore e la passione che gli sono abituali è tornato sulla questione che gli sta molto a cuore da anni: Cherubini in Italia, a Firenze, a Santa Croce, nel pantheon della cultura mondiale, dove già riposano le spoglie - solo per citarne pochi - di Gioachino Rossini, Michelangelo, Galilei, Machiavelli, Foscolo.

Il sindaco Nardella ha subito appoggiato l’iniziativa e siglato la petizione e già ieri in teatro sono stati più di cinquecento a firmare perché le spoglie di Cherubini tornino a Firenze. Tra loro Carlo Fuortes, sovrintendente dell’Opera di Roma, Lorenzo Cinatti, della Scuola di Musica di Fiesole, Paolo Zampini, direttore del Conservatorio Cherubini di Firenze, il compositore Nicola Piovani, il direttore d’orchestra Nicola Paszkowski, molti critici musicali e giornalisti. Oltre a loro mi fa piacere ricordare che anche il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani si è impegnato per presentare una mozione a sostegno dell’appello del maestro affinché il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio aprano dei canali diplomatici per la richiesta alla Francia. Firenze e chi la frequenta, e chi frequenta il Maggio, sa subito cogliere il significato di certe azioni, il loro spessore e la loro portata; la nostra è una città di cultura, di bellezza e di musica e anche in questo caso non si smentirà. Inoltre c’è l’amore incondizionato – ricambiato – verso il Maestro Muti e il rispetto nei suoi valori e nei suoi ideali; per questo ci siamo stretti attorno a lui. Infatti siamo un fronte compatto che si allarga sempre più.

Se riusciremo nel nostro obbiettivo sarà anche perché troveremo nel Presidente della Repubblica un interlocutore attento e sensibile che saprà ascoltare la voce che gli arriva da Firenze e da Muti e la trasferirà nel modo più autorevole possibile a Parigi. Cherubini tornerà nella sua città natale, come ha desiderato e il suo rientro sarà salutato non solo dal Maestro ma da tutti noi come una vittoria della cultura sulla burocrazia.

Cristiano Chiarot, sovrintendente del Maggio Fiorentino

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