"Ogni goccia fa una fontana". Proverbi, detti e filastrocche

Li ha raccolti l'architetto e poeta Nicola Marra

"Ogni goccia fa una fontana"

"Ogni goccia fa una fontana"

Firenze, 31 luglio 2021 - Stare fin da bambini sulla soglia di casa e catturare quelle frasi che dicono una verità, qualcosa che vedi sulla bocca degli altri, e ascolti, come qualcosa di indiscutibile. E, meno spesso, sentire cantare a casa, ma di più in qualche festa o alla Messa. Per non parlare di quei soprannomi di cui chiedere spiegazione. Mentre le filastrocche o i canti su Gesù, quelli no. Quelli diventano subito familiari perché li cantano mettendoti a dormire e augurandoti ogni bene.

L'infanzia raccoglie in modo vigile, anche quando non sembra, questa forza delle parole, dei motti, dei proverbi. Nei paesi, in particolare, tutto questo fa parte della quotidianità. Nicola Marra, che da una vita lavora come architetto a Firenze, di proverbi e canti ne ha messi da parte fin da bambino, quando viveva a Moliterno, un paese della Basilicata che vantava tra i suoi cittadini uno storico e studioso come Racioppi o il fondatore della Nunziatella. Questa raccolta, avviata con l'ascolto della madre, l'ha continuata per tutta una vita. E in questi ultimi anni ha suddiviso oltre trecento tra proverbi e canti e, dopo avere lavorato con attenzione su tutto il materiale, lo ha pubblicato per l'editore Ladolfi con il titolo di 'Ogni stizza faci funtana', cioè “ogni goccia fa una fontana”.

Tutte la pagine del suo libro sono proprio gocce che esprimono il senso di una sapienza popolare, non di rado amara ma anche contraddittoria, che ha orientato la vita di una precisa comunità, come del resto accade in ogni paese e in ogni regione della penisola. Marra, che è anche autore di poesie, non si è limitato a proporre in modo secco quanto raccolto negli anni, ma lo accompagna a considerazioni ben strutturate e mai invasive che nascono dallo studio dei Canzonieri italiani, in particolare quello di Pasolini, e dei grandi studiosi, come Croce, della cultura popolare. Cultura contradditoria, notavamo, com'è del resto la vita. Si cerca l'amicizia ma si teme la fregatura, si sogna per i figli ma si ha diffidenza verso la loro gratitudine, si forgia l'orientamento di vita a partire da un'economia e da una sapienza che è di sussistenza, se non di sopravvivenza (“soldi fanno soldi / pidocchi fanno pidocchi”), nella quale fa breccia, di volta in volta, ma forse è più corretto dire di tanto in tanto, l'insegnamento cristiano e la possibilità dell'amore. Materialità e aspirazione a superarla sono le polarità su cui questa sapienza si gioca, invitando alla prudenza forse più che a una diffidenza a prescindere. Si vuole ricchezza, e in questo senso alcuni proverbi hanno un'attenzione quasi ossessiva al tema, ma si sa anche che quanto accumulato da qualcuno sarà scialacquato dai suoi successori. Dunque, meglio non fissarsi troppo. E attenzione alla lingua: non ha ossa, dice un proverbio raccolto da Marra, ma è in grado di frantumarle.

'Ogni stizza faci funtana' è un bel lavoro, attento, approfondito, con testo in lucano e traduzione, che può essere assunto anche dagli studiosi per un confronto con la sapienza di altre comunità. Marra nota con puntualità il fatto che il deposito della cultura popolare è dinamico perché dalle comunità partono immigrati che portano altrove quanto appreso nelle loro comunità di provenienza ma che aggiungono qualcosa di nuovo, imparato e masticato dove ci si è dovuti trasferire quando si ritorna, forse non sempre, ma portati dagli affetti e dai ricordi, dove si è nati.

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